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“Stavano per infilargli un tubo in culo”, FBI sventa attentato a Trump prima di una colonscopia

Image Credits: LensGo

NEW YORK – Donald Trump è scampato a un attentato nella sua Trump Tower a New York. L’episodio a meno di un mese da quando l’ex presidente è rimasto ferito dal pensiero di uno psicopatico che girava intorno al suo campo da golf con l’idea di sparargli.
Il tycoon era sdraiato su un lettino con i glutei scoperti quando gli agenti della sua sicurezza hanno sparato contro un uomo armato con una sorta di oggetto tubolare che chissà come era riuscito a trovarsi a brevissima distanza da Trump. L’attentatore è stato messo in fuga ed è stato fermato su un suv scuro poco dopo. “Era in stato confusionale, farneticava di essere stato chiamato dallo staff di Trump per eseguire non so che diavolo di complicato esame medico che non ho capito… cosa sono, un fottuto dottore io? – racconta lo sceriffo – e ora è agli arresti“.

L’FBI non ha ancora chiarito quale fosse il movente dell’uomo. Sul posto, nella stanza, gli agenti hanno trovato nascosti un apparecchio per tomografia computerizzata, una sonda di un metro e mezzo di 13 millimetri di diametro dotata di una piccola telecamera spia, del lubrificante e alcune boccette contenenti benzodiazepine per sedazione cosciente, da usare presumibilmente contro l’ex presidente USA.
Il potenziale attentatore si trovava a meno di dieci centimetri da Trump, una distanza dalla quale, secondo gli esperti, non gli sarebbe stato difficile colpire l’obiettivo.
Donald Trump ha reagito affermando che nessuno riuscirà a intimidirlo, dicendosi determinato più che mai a combattere per salvare l’America e chiedendo se questo episodio fosse riuscito a farlo già salire nei sondaggi.

Messaggi di sconcerto per l’accaduto e di sollievo per lo scampato pericolo sono stati diramati dal Presidente Biden (“So cosa si prova quando ti insufflano l’aria per distendere le anse intestinali. Meno male che non ti è capitato niente, Donald!”) e dal candidato vice di Trump J. D. Vance (“Dovevano salvarti anche dal beverone della sera prima. Dov’erano gli agenti ieri sera?? Forse a scopare con la Harris”).
Donald Trump era sul lettino quando c’è stata la sparatoria, ma fortunatamente era sdraiato sul fianco sinistro in posizione di sicurezza e quindi è rimasto incolume.
Non è ancora chiaro se l’attentatore fosse riuscito a infilare il dito nell’ano dell’ex presidente per distribuire il lubrificante oppure no, perché il tycoon non ha voluto farsi esaminare.

Cinquantotto anni, bianco, originario della Carolina del Nord, specializzato in endoscopia digestiva da oltre 20 anni, l’attentatore di Donald Trump Brian Wood, viveva alle Hawaii. Sul suo profilo Linkedin la descrizione della struttura ospedaliera in cui presta servizio la dice lunga: “Oltre 350 endoscopie realizzate in un anno, il 30 per cento delle quali con asportazione di formazioni potenzialmente neoplastiche”, una vera e propria confessione in piena regola.
Ma la sua vera ossessione sono le biopsie: pubblica articoli sui social, raccoglie fondi per campagne di prevenzione del cancro al colon, dice di voler migliorare l’assistenza sanitaria ai malati oncologici, che vorrebbe rendere gratuita. Questo era il suo sogno e lui avrebbe davvero fatto di tutto per realizzarlo, se non lo avessero fermato stamattina.
“È un padre dolce e attento, non so cosa sia successo a New York, ma non credo che l’uomo che conosco possa fare una cosa così folle” ha detto suo figlio Oran, subito schedato anche lui dalla Polizia.

Stefano Pisani

(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Arnaldo di Latebiosa)

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