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“Spero che li spenderai tutti in medicine” e lui l’accontenta donando tutto a Emergency

Roma – Franca Frenesi non aveva la minima idea che quella mattina di dicembre stava per compiere la più buona azione della sua vita, anzi, l’ultimo dei suoi pensieri era proprio quello di compiere una buona azione e men che meno di esprimere comprensione umana. La signora Franca era stata condannata dal giudice a pagare un risarcimento di 2200 euro al suo vicino, Pasquale Alota, per non aver segnalato adeguatamente il pericolo di pavimento bagnato durante il suo turno di pulizia scale, provocando la rovinosa scivolata del condomino che ha riportato danni neurologici permanenti tra cui la comprensione del sarcasmo. Dopo una lunga ed estenuante battaglia legale, conclusasi a favore dell’accusante, era giunto il fatidico giorno del risarcimento pecuniario e la donna aveva deciso che quella giornata sarebbe iniziata all’insegna dello sfregio e della vendetta.

Staccato a fatica il sudato assegno, prima di consegnarlo all’avvocato del vicino, Giustino Legali, si è lasciata scappare la tipica maledizione di chi si sente usurpato dei propri risparmi: “Spero li spenderai tutti in medicine“. E ha aggiunto: “Per favore, senza indugio recapiti anche questo messaggio“.

L’avvocato Legali, da grande professionista qual è, ha consegnato l’assegno e ha recapitato il messaggio nella maniera più asettica possibile, con quella modalità imparziale che contraddistingue i grandi avvocati. La neutralità assoluta utilizzata dal legale è stata tale da non permettere al signor Alota di percepirne il sarcasmo. Così ha iniziato a riflettere: “Ma a me non servono le medicine! Quindi forse ha uno scopo nobile… oh ma che donna dal cuore d’oro! Voleva solo fare del bene, e io che ho pensato male! Forse avrei dovuto accentuare la caduta per fare ancora più beneficenza“, continuava a pensare tra sé e sé .

E così, assorto da mille dubbi, ha elaborato questo ragionamento: “Se io non ho bisogno di medicine, perché la signora vuole che spenda i soldi in medicine? Quindi sicuramente medicine per aiutare qualcun altro, ma chi? Direi chi sta peggio di me, ma quanto peggio di me? E come faccio a sapere di quali medicine necessitano? Non sono un medico e soprattutto da dove inizio? Come si fa a stabilire chi ha più bisogno delle mie medicine? Un bambino ferito in guerra in un paese dove vengono negati dei diritti o una bambina che sta morendo perché non ha un vaccino in un paese poverissimo? L’ideale sarebbe se esistesse un’organizzazione internazionale di medici, magari neutrali, no profit, operanti sul posto e quindi capaci di leggere meglio di me le situazioni. Medici in grado di fare diagnosi adeguate, che operino in zone dove ci sia un’imminente emergenza“.

Ed ecco che dopo una breve ricerca su internet gli appare il sito di Emergency: “Trovato! Questo è il sito che fa per me!”. E in un attimo versa l’intero risarcimento compiendo in cuor suo le volontà della sig. Franca.

Vittorio Lattanzi