Cerca
Close this search box.

Scuola. La Azzolina difende i suoi banchi a rotelle: “Sono comunque più veloci delle Ferrari”

ROMA – È appena iniziato il nuovo anno scolastico e non sono poche le perplessità che accompagnano la riapertura delle aule in tempi di coronavirus. Tra le novità di garanzia introdotte quest’anno, i banchi monoposto a rotelle già al centro di polemiche, ma che la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina difende con decisione: “Non si sa se i banchi monoposto a rotelle saranno adatti allo scopo, ma comunque sono già più veloci delle Ferrari”. In questo senso, la scuderia di Maranello, che sta attraversando un momento di crisi, per il prossimo Gran Premio di F1 che si terrà in Russia sta pensando di far correre Sebastian Vettel su un banco della IV B dell’ITC “Antonio Genovesi” di Roma, che sembra sia non solo veloce ma anche tra i meno soggetti a rotture.

I banchi a rotelle monoposto, peraltro, non saranno presenti in tutte le scuole: negli istituti che non potranno permetterseli compariranno infatti banchi monoposto normali ma ci saranno pavimenti di ghiaccio.

In ogni caso, nonostante i tempi stretti, è stata portata a termine la fornitura di 3 milioni di banchi monoposto, mentre per la carta igienica si dovrà attendere una prossima pandemia di dissenteria.

Altre novità introdotte sono: commissioni d’esame sostituite da task force, i compiti in classe prima dovranno essere approvati dal CTS, controllo della temperatura prima di entrare, lavaggio delle mani ogni due ore e sanificazione della classe dopo ogni ora di matematica. Inoltre, in classe la foto di Mattarella porterà la mascherina, dato che è ambiente chiuso.

Nonostante le indiscrezioni trapelate finora dicano il contrario, le gite scolastiche non saranno abolite, ma si potranno fare solo usando camion militari di Bergamo, e sarà severamente vietato andare in gita al Billionaire.

Per quanto riguarda le indicazioni didattiche, il virologo Andrea Crisanti ha raccomandato di evitare il canto perché “una sola persona ne può infettare cinquanta”, e di eliminare pure il flauto delle medie che produce una cascata di droplet e “ha rotto i coglioni a tutti”.

Cambiano poi anche i programmi: per esempio, in geografia gli studenti dovranno imparare a memoria fiumi e monti di tutte le zone rosse d’Italia, in matematica, calcolare quando ci sarà il prossimo picco dei contagi, in storia: parallelismo tra il paziente zero di Cremona e Attila re degli Unni, in biologia: dissezione della rana e del pangolino; e, come lingua straniera, accanto all’inglese spazio al dialetto di Codogno. Cambiano infine anche i voti: se ti ammali di coronavirus prendi 4 fisso in educazione fisica.

I ragazzi, comunque, finora si sono detti felicissimi del ritorno a scuola, dato che ormai non sopportavano più i genitori, anche se resta un po’ di preoccupazione perché pare che il coronavirus chieda l’Ariosto interrogando a sorpresa.

Il mondo della scuola, da par suo, si è finora dimostrato abbastanza aperto alle sperimentazioni, anche se alcuni docenti hanno protestato contro queste misure, come i prof negazionisti di Geografia, che sono quelli che sostengono che non esistono il coronavirus e l’Australia.

Ma con queste nuove misure non si rischia di aumentare l’angoscia per il covid anche tra i banchi, come se non bastassero gli altri traumi tradizionalmente legati alla scuola come l’emarginazione sociale, il bullismo, il voto al referendum? Staremo a vedere.

Stefano Pisani