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Scatta l’allarme alla sede del PD ma era solo un operaio che si era avvicinato a meno di 50 metri

ROMA – “Porca puttana che paura! Appena abbiamo sentito la sirena suonare siamo scappati pensando che l’avesse attivata Bersani col suo sigaro, mentre passava di qua a dirci che occorre fondare un partito nuovo“.
Sono ancora parecchio scossi i dirigenti del PD, che hanno dovuto interrompere bruscamente i festeggiamenti per il risultato del voto del 25 settembre: “Eravamo impegnati nel decimo giorno di bagordi per lo scampato pericolo di trovarci a gestire ‘sto casino delle bollette e delle forniture del gas, quando è scattato l’allarme e si è scatenato il panico“.

Una volta per strada i dem si sono trovati di fronte a un’entità sconosciuta che non sono riusciti a mettere subito a fuoco mentre si avvicinava verso di loro. Secondo il racconto di diversi testimoni appena usciti dall’edificio “quella cosa aveva occhi rossi fiammeggianti ed era avvolto da un acre odore di zolfo“. In realtà si trattava semplicemente di Alfio Cesaroni, un operaio della manutenzione stradale che doveva sistemare un tombino in una via adiacente a largo del Nazareno, e che avvicinatosi a meno di 50 metri dalla sede del partito ha fatto scattare l’allarme, estremamente sensibile verso tutte le figure ignote al partito.

Poche ore dopo, infatti, si è verificato un episodio analogo, quando ad approssimarsi all’ingresso è stata una ragazza di circa 25 anni, che corrispondeva a una categoria del tutto sconosciuta a Letta e compagnia: quella di ‘giovane’.
Anche questa volta è stato grande il sollievo di tutti i membri del partito presenti, nell’apprendere, che la causa dell’allarme non era stata la paventata intrusione di Rosy Bindi intenzionata a suggerire che fosse proprio giunta l’ora di sciogliere ‘sto cazzo di PD.

Augusto Rasori