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Renziani scendono in piazza per chiedere a Renzi cosa cazzo vuole

Foto Credits: Pixabay

Roma (Casaleggio S.P.A.) – “First reaction: shock”, ammette Domenico Farinacei, promotore del comitato ‘Probabili votanti di Matteo Renzi’, i cui sparuti membri si sono radunati fuori da Palazzo Chigi, per cercare di comprendere appieno le parole del loro leader politico. “Sinceramente mi aspettavo una presenza più massiccia – confessa Farinacei- anche se bisogna mettere in conto che nel Paese oggi Italia Viva oscilla tra il 2% e Potere al Popolo. A ben vedere, facendo due calcoli è già strano che siamo qui in una ventina. Che poi ci conosciamo da anni, mi ricordo quando andavamo alle manifestazioni del Partito Democratico, quando Renzi era il leader, e anche allora continuavamo a ripeterci la stessa domanda di oggi: ma che cazzo vuole questo?”.

Un quesito al quale anche i probabili elettori del senatore di Scandicci, non riescono a rispondere. “Premetto: non è che non si capisce solo quando parla inglese, in quel caso è pure normale, ma è difficile da comprendere anche quando si esprime in italiano, diosanto!, si lamenta Farinacei, spalleggiato dal presidente di un altro comitato: i ‘Marxisti con Matteo Renzi?’ (sì, col punto interrogativo). “Io c’ero quando trasformò un referendum costituzionale in un sondaggio su se stesso, cioè, lo ripeto: costituzionale! Non è che stava cambiando il giorno di pulizia delle scale in un condominio: stava modificando la ‘costituzione più bella del mondo’, come direbbe quell’altro toscano, che pure aveva iniziato bene a fare i film, e poi ora non si capisce manco lui cosa cazzo voglia, forse è proprio un problema dei toscani…”.

E poi annunciò che avrebbe abbandonato la politica” – gli fa eco Ermete Realacci, vicepresidente del comitato ‘Indecisi per Matteo Renzi’ – “Certo: avvicinarsi al 2% a livello nazionale è come ammettere che vuoi abbandonare la politica. Persino Bersani, quando fece la scissione, arrivava al 4-5%, persino Cal…oddio…persino Cal…non ce la faccio a dirlo – piange Realacci – persino Calenda potrebbe superare la soglia di sbarramento. Calenda. Una creatura di Matteo Renzi. Il problema di quei due è che se li metti nella stessa stanza finisce l’ossigeno in cinque minuti per il troppo ego. Pensi che per anni, al consiglio dei Ministri, facevano in modo che non si incontrassero mai. Perché uno dei due forse riesci a gestirlo, ma insieme…”.

E comunque – si aggiunge prendendo la parola il direttore del comitato ‘Renzi oh ma he tu fai?’Matteo è fatto così. Ci rimane male sulle cose. È pure colpa di Conte dai, bisogna dirlo! Cioè questo c’ha tre milioni di like su Facebook, è ovvio che Matteo mi ci rimanga male. Quello è l’avvocato del popolo e Matteo un po’ si sente ‘il minchione di Scandicci’, solo perché a ogni promessa che ha fatto poi ha fatto il contrario. Solo perché nel 2017 diceva che i piccoli partiti non possono provocare le cadute dei governi… e vabbè: sono tweet che raccontano un momento preciso del tempo. Mica li puoi ritirare fuori al momento opportuno! Non si fa così. Matteo ha il diritto di poter esprimere i suoi dubbi e le sue incertezze, anche solo per farci capire cosa cazzo vuole, perché qui nessuno l’ha ancora capito”.

Incertezza che pare talmente diffusa da arrivare fino alla Groenlandia. Dall’isola artica è giunto un delegato in piazza, a Roma, giusto in tempo per questa crisi di Governo: “Ebbene sì – ammette Olaf Lodoguenzik, – faccio parte del comitato ‘Groenlandesi per Renzi Premier’, all’inizio avevamo pensato fosse un problema del traduttore, non sappiamo benissimo l’italiano, ma poi… dopo aver visto la conferenza stampa di ieri, e i dubbi di tutti i sostenitori di Matteo, anche noi siamo entrati un po’ in difficoltà. Cioè Renzi è un po’ come Balto: non è al governo e non è all’opposizione, sa solo quello che non è“. E conclude: “Quindi,tra mille dubbi, ci chiediamo sommessamente: Usuk toornaarsuk pijunnaqtilli Matteo Renzi?” .

Una domanda che, finora, non ha trovato ancora una degna risposta.

Davide Paolino