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Giornalista scrive un pezzo con L’IA ma non se lo legge lo stesso nessuno

Foto Credits: Engin_Akyurt/Pixabay

Milano (città decempionsizzata) – “Il mio lavoro ha ancora senso?”, è quello che si chiedono oggi molte persone appartenenti a categorie spazzate via dal progresso e dalla tecnologia. È quello che si chiede Pasquale, edicolante. È quello che si chiede Luca, calzolaio. È quello che si chiede Romelu, attaccante dell’Inter. È quello che si è chiesto anche Carlo, giornalista, prima di effettuare un esperimento decisamente azzardato ma non quanto quello della Juventus di richiamare Allegri come allenatore.

Sì, lo ammetto: sono un giornalista. Ancora oggi, nel 2023, mi ostino a scrivere delle cose per divu… divulg… non lo riesco nemmeno a dire. È una cosa che mi piace fare e a cui penso di essere destinato”, ammette Carlo Calfora, redattore dell’Eco degli Analogici, giornale che, a dispetto del nome, è presente solo online.

E queste moderne diavolerie, l’Internet, gli smartphone, le canzoni di Baby K, stanno rovinando l’arte del racconto giornalistico giorno dopo giorno. Da quando ci sono le Intelligenze Artificiali questo accade ancora di più: non si riesce più a distinguere una foto vera da una foto finta, un pezzo vero da uno finto. Pensi che ho letto un articolo di La Russa che parlava di fare una manifestazione di soli uomini in contrapposizione a quelle sui femminicidi. Cioè, ma tu vedi ‘ste diavolerie cosa s’inventano… aspe’… in che senso era reale?”.

L’esperimento di Carlo Calfora comunque non è andato esattamente a buon fine. Per dimostrare che un giornalista vero non può essere sostituito da un’intelligenza artificiale ha chiesto a quest’ultima di scrivere un pezzo su uno dei problemi più gravi di questa generazione: il litigio Calenda-Renzi. Il risultato? Beh, è stato accolto nell’indifferenza più assoluta, come accade agli articoli dei giornalisti in carne ed ossa.

Ebbene sì”, spiega Calfora, “in pratica il conteggio delle visualizzazioni è risultato zero come tutti gli altri pezzi caricati sul sito. Quindi di Calenda e Renzi non fotte un cazzo a nessuno, nemmeno a Calenda e Renzi stessi. Chi se lo sarebbe mai immaginato…

Davide Paolino