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Chiuso canile lager, i gestori ‘schilometravano’ i cani per facilitarne le adozioni

Campobasso (CB) – Col mercato dell’usato in grande fermento, aumentano i rischi di incappare in qualche truffa. Anche se i chip di nuova generazione rappresentano un deterrente, la pratica, ancora molto diffusa, della manomissione della parte elettronica del cane è all’ordine del giorno.

Chiunque abbia avuto l’esperienza di adottare un quadrupede da un canile si è scontrato con questo malcostume, non solo italiaco, che inizia con la consegna di un improbabile libretto autoprodotto con tutti i tagliandi del cane, che dovrebbe certificarne l’età anagrafica ma che già al primo raffronto con l’animale appare mendace. Così come quando incontri dal vivo una persona conosciuta su Instagram.

Come testimonia Costanza, ad esempio, che aveva portato il suo cane appena adottato dal veterinario. Glielo avevano spacciato per un pastore belga di terza mano, proprietari non fumatori, regolarmente tagliandato immatricolato 4 anni fa, ma aveva scoperto amaramente che si trattava in realtà di un esemplare di almeno 3 lustri, con problemi di displasia e alla frizione. O Giacomo, che aveva adottato un ‘giovane’ meticcio per poi scoprire a casa che perdeva olio anche da fermo e che il pezzo da cambiare era fuori produzione da almeno 10 anni.

Ed è proprio grazie alle loro querele che è iniziata l’indagine che ha fatto scattare l’arresto di 2 persone di 44 e 47 anni, i fratelli L’Affido, per truffa contrattuale, con successiva segnalazione al Garante della concorrenza. Tutte le vittime si costituiranno parte civile.

Vittorio Lattanzi