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Botte agli studenti, Lamorgese spiega: “Tra i poliziotti si erano infiltrati dei poliziotti”

Foto Credits: Ares FerrariMinistero dell'Interno

Roma (Bloody Roma)  – “Non posso credere a queste notizie oggi. Oh, non riesco a chiudere gli occhi e farle andare via. Per quanto tempo, per quanto tempo dobbiamo cantare questa canzone? Per quanto, per quanto?
Perché stanotte noi possiamo essere uniti, stanotte
”.

Usa parole chiare e nette la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per commentare gli incidenti che hanno coinvolto la polizia e gli studenti che protestavano in varie città per la drammatica morte di Lorenzo Parelli, il 18enne rimasto ucciso nell’ultimo giorno di stage per l’alternanza scuola-lavoro.
Durante la manifestazione di Torino, per esempio, si sono verificati diversi scontri tra i manganelli delle forze dell’ordine e le teste degli studenti, scontri che hanno lasciato sul terreno una ventina di ragazzi feriti e diversi manganelli da pulire con la candeggina per far sparire le tracce.

Bottiglie rotte sotto i piedi dei bimbi. Corpi sparsi ai lati del vicolo cieco. Ma non darò retta al richiamo alla lotta. Ciò mi mette con le spalle, mi mette con le spalle al muro” ha ribadito la titolare del Viminale durante la sua informativa.
La ministra ha poi provato a sostenere la tesi che uno degli agenti stesse solo testando la forza ondulatoria del manganello scaricata sul cranio dello studente ma le han fatto notare che quella credibilissima spiegazione l’aveva già usata troppo di recente e che quindi avrebbe dovuto inventarsi qualcosa di nuovo. “La colpa è dei centri sociali” ha quindi dichiarato leggendo un appunto scarabocchiato sulla parte inferiore del coperchio di un barattolo di Nutella lasciato in un cassetto dal suo predecessore.
Di fronte alla puntualizzazione del deputato di LeU, ehm, di Forza Italia, Elio Vito, che le faceva notare che i centri sociali sono troppo impegnati su internet nella campagna per la legalizzazione delle droghe leggere per avere pure la voglia di sfilare in piazza a prendersi mazzate, Luciana Lamorgese ha dovuto quindi ammettere la verità e confessare a malincuore che sì, in effetti, il pestaggio degli studenti è avvenuto principalmente perché tra le schiere dei poliziotti si erano subdolamente infiltrati dei poliziotti.

Lamorgese ha comunque tenuto a ribadire che “le manganellate sono un segno di vitalità della nostra democrazia che ci fa ben sperare nel futuro. Ah, no scusate, questo era un appunto firmato B.M. rimasto in un cassetto del mio ufficio sin dal 1926″.
Prima di rientrare nella sede del suo dicastero, dove la attendeva un nipote per aiutarla ad attivare lo SPID, la ministra ha voluto comunque ribadire che “La vera battaglia è appena cominciata per reclamare la vittoria che Gesù ottenne in una domenica, sanguinosa domenica”.
Inutile i tentativi di Elio VIto di ricordarle che i pestaggi sono avvenuti di venerdì.

Augusto Rasori