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Aumento prezzi costringe i milanesi a setacciare il Lambro alla ricerca di pepite di cocaina

[MILANO] – Il costo della vita corre più dell’inflazione, un chilo di pasta costa mediamente 30 centesimi in più rispetto ad un anno fa, 60 centesimi per il riso e 70 per il pane. Aumenti così vertiginosi che, al momento, ai panificatori conviene uccidere panettieri di Altamura e polverizzarli per ricavarne farina.

Guardando al costo della vita nella sua complessità il quadro è allarmante, ma è sul fronte delle droghe che i dati sono meno incoraggianti: Confcommercio parla di una forte “diminuzione nella possibilità di sballarsi” per chi vive a Milano. Dato che per i milanesi lo stress lavorativo e gli straordinari sono la base per uno stile di vita dignitoso, la cocaina è ritenuta un bene di prima necessità, come i riti arcaici a Napoli o le bestemmie in Veneto. Ma oggi, vista l’inflazione, sempre più cittadini si vedono costretti a setacciare il Lambro alla ricerca di pepite di cocaina per cercare di mantenere gli standard.

La pratica si sta diffondendo a macchia d’olio nel capoluogo lombardo, a tal punto che Brumotti ha già ricevuto la sua prima aggressione. Durante il suo ultimo “blitz”, infatti, l’inviato di Striscia si è rivolto ai cercatori di pepite facendo loro la morale sull’uso di droga. Dopo una colluttazione Brumotti è caduto nel Lambro e ne è uscito così euforico da volersi picchiare da solo facendo gli straordinari.

Nonostante le forti contrarietà dei cittadini, il lavoro dei setacciatori non registra battute d’arresto: è di oggi la notizia di una protesta presso l’acquedotto di Milano per fermare il sistema di bio-filtrazione che depura le acque dagli stupefacenti. Il comune di Milano si dice non intenzionato a fermare l’attività dell’impianto, tuttavia verrà incontro ai cittadini invitando persone provenienti da regioni limitrofe per orinare nel fiume, allo scopo di aumentare la concentrazioni di sostanze utili.

Fabio Corigliano e Mattia F. Pappalardo