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Arabia Saudita: eseguita la prima lapidazione di una donna con l’utilizzo di droni

RIAD – Continua l’ormai inarrestabile marcia del nuovo Rinascimento dell’Arabia Saudita. Dopo aver concesso alle donne (solo quelle ricche per ora) di poter prendere la patente in modo da andare alla propria lapidazione senza scomodare i mariti, il regno saudita ha infatti dato inizio alle lapidazioni 2.0, che saranno condotte tramite droni lancia-sassi: “Perché fare fatica a tirare pesanti pietre, quando la tecnologia moderna ci permette di lanciarle senza nessuno sforzo?“, ha dichiarato uno dei tanti principi sauditi mentre era impegnato a mettersi uno di quei copricapo rossi e bianchi ricavati dalle tovaglie delle osterie italiane anni ’50.
E come biasimarlo, dato che il primo dovere della tecnologia è appunto assistere e facilitare l’essere umano nelle azioni quotidiane. Se poi l’utilizzo di uno specifico dispositivo possa essere positivo o negativo a seconda del dove e del come venga applicato o di chi lo utilizzi, è tutto un altro discorso. Per esempio, a proposito di droni, il principe ha spiegato che è vero i droni possono essere utilizzati per combattere i terroristi, o più semplicemente per risparmiare risorse umane (spesso occidentali) nei teatri di guerra (“che poi di solito in quei posti lì fa un caldo, meglio bombardare comodamente da casa con il pop-corn e una bibita fresca di fianco che quando hai finito manco ti senti d’aver ammazzato qualcuno”), ma è altrettanto vero che possono essere tranquillamente impiegati “per mere ragioni ludiche, come durante una lapidazione”.
Ma come prenderà l’Occidente una simile iniziativa? “Anche se la nostra è una società aperta e accogliente (a meno che voi non siate donne, gay o poveri) non dovete fare l’errore di giudicarci troppo negativamente – ha continuato – perché se ci offendiamo e se l’Occidente inizia a mettere sanzioni sul nostro petrolio poiché siamo a tutti gli effetti una dittatura, poi noi magari smetteremo di investire da voi e invece di un club europeo ne acquistiamo uno asiatico o peggio ancora, costruiremo scuole e acquedotti in tutto il Medio Oriente interrompendo questo circolo vizioso perfetto che fino ad oggi ha funzionato alla grande. Aggiungiamo, per chi dice che non siamo democratici e che abbiamo delle preferenze, che la lapidazione delle donne con i droni non è una questione di sessismo o di mancanza di democrazia. Dopo aver sperimentato sufficientemente questa innovativa pratica, se in generale ci sarà una lapidazione, verranno sempre usati i droni. Che si tratti di un gay, di una donna o di un povero che al mercato ha rubato un dattero per fame. Da noi la democrazia, la nostra democrazia che poi è anche la vostra, viene sempre prima di tutto”.

Fabio Corigliano