Lotina (RM) – La natura insegna che per ogni predatore c’è una preda, che per ogni preda c’è un predatore e che non importa a che ora ti alzi la mattina, l’importante è che al leone la sveglia sia suonata più tardi della tua. Ma queste regole non si applicano solo nella savana: può succedere anche nella democraticissima Italia, quella che ha da poco varato uno dei decreti legge più repressivi dai bei tempi in cui per guidare questo Paese bastava avere la testa lucida e poche idee buone al suo interno.
L’avvenimento che stiamo per raccontarvi è accaduto nella città di Lotina, da non confondersi con quella famosa Latina che in passato era il vanto di un certo schieramento politico e ora invece si ritrova governata persino da Fratelli d’Italia, un partito che ha fatto della democrazia e del progressismo la propria missione di vita.
Comunque, verso le 23 e 59 di ieri sera, una comunità di individui vestiti di nero e con un forte dolore al braccio destro, perennemente teso, ha esultato al grido “Presente!” durante una specie di incontro notturno organizzato per onorare la memoria dei caduti e per disonorare l’intelligenza di tutti gli altri.
Se non che, a un tratto, la vista di un camion di spurghi di un’azienda locale, la F.lli Berlinguer che proprio in quell’istante ha costeggiato il raduno, ha provocato un fuggi fuggi generale e grida convulse nel panico generale.

La testimonianza di Adolfo Benito Cosebuone, giovane del luogo con la mentalità di un ultracentenario lobotomizzato o del Presidente del Senato Ignazio la Russa, ha offerto parole di autentico terrore: “Non sappiamo perché ma appena passano quei camion ci prende una fobia atavica che non ci permette di respirare. Ci succede la stessa cosa anche per le ditte di derattizazione, mamma Benito che paura!”.
Davide Paolino