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2% del PIL per il riarmo. Operaio chiede un aumento e si ritrova un kalashnikov in busta paga

Foto Credits: WikiImages da Pixabay

Fuci (LE) Sta destando molti timori e perplessità l’attuale discussione sull’aumento della spesa militare in Italia. Soprattutto dopo che un lavoratore di Bergamo, un operaio di 46 anni in forze a una ditta di prodotti per l’edilizia, avendo chiesto un aumento, si è ritrovato un kalashnikov in busta paga.

Tutto vero, tra le tante voci presenti nella busta paga, una di queste riportava esattamente la dicitura: “Kalshnikov, da ritirare presso Ministero della Difesa“. Chieste le dovute spiegazioni al suo datore di lavoro, l’operaio si è sentito rispondere che si trattava di un’iniziativa del governo: invece di minori detrazioni, alcuni lavoratori potranno ritrovarsi come “paga” fucili e armamenti in generale.

Gli imprenditori del nord hanno espresso le loro perplessità su questa opinabile iniziativa: “Crediamo che questo sia il sogno per un qualsiasi operaio americano medio ma noi siamo in Italia, ritrovarsi una mitragliatrice in busta paga, secondo noi, può essere pericoloso, temiamo che gli operai possano usare queste armi per estorcerci un ulteriore aumento”. A parlare è Eugenio Brambilla, anche a nome dei tanti proprietari di capannoni edili del nord Italia.

Ma il governo, a quanto sembra, non intende fare retromarcia: “È un incentivo – fanno sapere direttamente dagli uffici della Difesa – per tutti quelli che credono che si possa ottenere la pace sociale attraverso l’uso deterrente delle armi. Stiamo stilando una tabella che stabilisca, a secondo del tipo di prestazione lavorativa, il corrispettivo in armamenti”.

Gli incentivi in armi partono dunque da una banale beretta a piccolo calibro coma la PX 4 Storm ad un Kalashnikov, fino a dei premi per gli AD delle aziende più importanti, i quali potranno ottenere come compenso perfino un missile nucleare tattico. Il governo è convinto che in una società dove tutti potranno uccidere tutti, nessuno farà la prima mossa. Alle numerose perplessità il Premier Mario Draghi ha risposto lapidario: “Volete la guerra sociale o il condizionatore della Lidl a palla?”

Sergio Marinelli