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Zangrillo pronto a clonare Berlusconi con i frammenti di DNA recuperati dalla lingua di centinaia di giornalisti

San Raffaele (MI) – In molti ci hanno sperato fino all’ultimo dei tre canonici giorni, ma – niente – è rimasto morto. E con il procedimento di cremazione sono state cancellate anche tutte le speranze di un ripristino almeno parziale delle funzioni vitali mediante somministrazione di un agente virale (come ipotizzato dal Dott. Giorgio Romero) o mediante riattivazione elettromagnetica (come invece suggerito dalla Dott.ssa Maria Scellina).

“Resta solo la clonazione – annuncia oggi il Prof. Alberto Zangrillo, primario di berlusconiatria dell’Ospedale S. Raffaele di Milano – obiettivo su cui metterò il massimo impegno e che ritengo raggiungibile entro i prossimi tre anni”.

Ma dove trovare il materiale genetico di partenza? Non certo dalle ceneri, ma neppure i prelievi effettuati su alcune olgettine hanno portato a risultati soddisfacenti (“I campioni sono fortemente deteriorati dall’interazione di vari fluidi biologici”). Risultati migliori sono stati ottenuti prelevando cellule epiteliali dal lettone di Putin e – incredibilmente – dalle lingue di Emi[partedelnomecensurataperevitarequerele]ede, Ele[partedelnomecensurataperevitarequerele]rnieri, Br[partedelnomecensurataperevitarequerele]espa, Ale[partedelnomecensurataperevitarequerele]sti e centinaia di altri giornalisti che nel giro degli ultimi trent’anni si sono prodigati nell’opera meritoria di raccogliere e custodire gelosamente piccoli ma preziosissimi prodotti di desquamazione.

I frammenti di DNA così ottenuti saranno mescolati secondo la ricetta segreta del compianto Dott. Scapagnini («Provitamine, antiossidanti, immunostimolanti, enzimi, amminoacidi, e soprattutto minerali, magnesio e selenio attivato. Gli stessi che assorbono i centenari che ho incontrato sulla via della Seta, a Sud di Urumqi e nelle oasi tra il deserto del Taklamakhan e il Gobi. Poi un olio particolare, un certo yogurt») insieme alle lacrime di Barbara D’Urso. “Le parti mancanti saranno sostitute da filamenti di DNA di una rara specie di caimano” spiega il Dott. Manni Noretti, che assisterà il Dott. Zangrillo in questa storica impresa.

Alla fine del procedimento, l’embrione ottenuto sarà impiantato nell’utero di una volontaria (“È allo studio un emendamento ad personam alla legge sull’utero in affitto”, dice una fonte ben informata) “E questa volta speriamo che il risultato venga meglio di quando venne fuori Matteo Renzi”, conclude Zangrillo.

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