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Uomo vive in un polmone d’acciaio da 78 anni: medici rivalutano lo stile di vita sedentario

Foto Credits: Articseahorse

DALLAS, TEXAS – Il suo record ha del clamoroso e, finalmente, arriva a rendersene conto anche la medicina ufficiale. John Spartitraffico, 84 anni, quando è stato colpito da poliomielite all’età di 6 anni è stato subito ficcato in un polmone artificiale. “Devo dire che all’inizio non è stato un trauma, è stata più una sorpresa. In fondo, dopo un po’, quasi mi piaceva, era come stare tutto il giorno a bordo di in un grosso proiettile come quelli delle pistole di papà” ricorda Spartitraffico.

Da quel giorno di primavera del 1946, il polmone d’acciaio è diventato il migliore amico di John, che è soprannominato The Iron Asshole (“il pezzo di merda di ferro“) perché, nonostante sia gravemente disabile da tanti anni, è comunque uno stronzo.
Spartitraffico “vive” in un ranch a Dallas e, nonostante le sue condizioni, è riuscito a diplomarsi ragioniere e a prendere la laurea in medicina, specializzazione Ginecologia, grazie alla sua eccezionale memoria e a una voglia di figa sovraumana. “Anche se non riuscirò mai a toccarne una – ammette – con la scusa della preparazione degli esami ho potuto chiedere migliaia di foto e giornaletti porno e una volta una tizia me l’ha quasi fatta vedere dal vivo. Poi l’ha chiamata sua madre ed è andata via sennò faceva tardi a scuola”.

La sua “vita” nel corso degli anni è stata costellata di successi. Spartitraffico è diventato uno scrittore e ha pubblicato ben tre libri con Penguin: “La prigione senza sbarre”, “L’uomo nello specchio” e “Il sogno di cacare da solo”.
La famiglia lo ha sempre supportato sostenendo le tante spese sanitarie e grattandogli il naso quando gli prudeva. “Ho avuto una vita normale”, racconta John, che nei suoi libri rievoca anche le prese in giro e, a volte, il bullismo subito durante l’infanzia. “Gli amici venivano a casa e mi sfottevano. I bulli mi pestavano ma finivano solo per prendere a pugni il polmone d’acciaio”.

“So di essere stato fonte di preoccupazione per i miei familiari – prosegue Spartiacque – ma non mi hanno mai fatto sentire discriminato. Ho potuto fare tutto quello che facevano i miei fratelli, inclusi i turni di lavoro per badare al bestiame. Da ragazzo, grazie a un sistema di specchi combinati ruotati in modo opportuno, riuscivo a tenere d’occhio i cavalli nel recinto che si trovava a un chilometro dalla mia stanza. Certo, li vedevo come dei puntini lontani e i ladri avevano imparato quando toccava a me e ci rubavano dai 6 ai 12 puledri per volta, ma mio padre non me l’ha mai fatto pesare. Quando succedeva diceva ‘pazienza, poteva capitare a chiunque’ e staccava la testa a un gallo vivo con un morso”.

La straordinaria longevità di John oggi viene studiata e sta portando a importanti scoperte nel campo del potenziale curativo dello stile di vita. “John non è l’unico ad aver vissuto così tanto tempo in un polmone d’acciaio. Ci sono state anche Diane Oddell, 52 anni nel polmone, Martha Mason, 43, e June Middleton, 65 – anche se lei dice 41 perché si abbassa l’età. Finora abbiamo sempre creduto che l’attività fisica migliori la qualità della vita, aiuti a vivere più a lungo, ma qui siamo di fronte a esempi che sembrano dirci il contrario” spiega la fisioterapista Ann Marie Wilkes dell’Università del Texas a Austin. “Occorreranno altre ricerche, e soprattutto altri finanziamenti, tanti, tanti finanziamenti, ma per ora la comunità scientifica comincia a essere orientata a raccomandare lo stile di vita della paralisi totale. Non fare nulla, niente di niente tutto il giorno, non muovere nemmeno un dito, è il segreto per vivere a lungo e felici”. “Soprattutto felici – gli fa eco Spartitraffico, che aggiunge – scusate, qualcuno può spararmi in mezzo agli occhi?”.

Stefano Pisani

(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box)