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Ultima Generazione imbratta opera di Marina Abramović, ma era proprio Marina Abramović

Foto Credits: Christian Görmer

Performan (CE) – Nuovo blitz degli attivisti di Ultima Generazione rivolto contro un’opera d’arte: questa volta è stata presa di mira la mostra dedicata a Marina Abramović, allestita al MAMMT (Museo d’Arte Moderna e Manifestazioni Transeunti) di San Prisco, nel casertano.

Nei volantini di rivendicazione si attaccano con durezza i combustibili fossili e chi, come gli oligarchi russi, si è arricchito con il commercio di petrolio e derivati, con pratiche spesso ai limiti dell’illegalità, e ha contribuito a bruciare CO2 con aerei privati e mega-yacht. Secondo gli attivisti, nessuna opera d’arte può nascere da quei soldi sporchi, dallo “sterco del demonio”. Proprio per rappresentare simbolicamente quello sterco, “l’orrenda statua di donna” esposta nella mostra sarà imbrattata dalla loro azione dimostrativa.

Sembra però che ci siano stati alcuni equivoci di fondo: probabilmente gli ambientalisti hanno confuso l’artista serba con il quasi omonimo ex patron del Chelsea Roman Abramovič, circostanza confermata anche dal fatto che hanno fatto irruzione vestiti con la maglia dell’Arsenal, rivale cittadino dei Blues londinesi. Inoltre la statua citata nel volantino è in realtà la stessa Marina Abramović, seduta su una sedia in abito bianco per una delle sue celebri esibizioni in cui rimane immobile di fronte ai visitatori.

I due attivisti di Ultima Generazione, con i completini rispettivamente di Dennis Bergkamp e Thierry Henry, si sono presentati all’ingresso del MAMMT e, dopo aver eluso la sorveglianza dei custodi, impegnati a consumare una merenda a base di casatiello e mozzarella di bufala, si sono diretti verso la presunta statua di Marina Abramović, rovesciandole addosso barattoli di pasta d’acciughe – a simboleggiare lo sterco del demonio – e incatenandosi a lei.

Quando si sono accorti che la statua era viva, gli ambientalisti sono stati presi dal panico. Nella concitazione del momento hanno perso le chiavi dei lucchetti e hanno deciso di fuggire dal museo prima dell’arrivo degli agenti di polizia, impegnati a consumare una merenda a base di casatiello e mozzarella di bufala. Sono quindi avanzati tra i corridoi del MAMMT come uno spaventoso mostro a tre teste ricoperto di pasta d’acciughe, tra gli applausi dei visitatori, convinti che questa moderna rappresentazione di Cerbero fosse parte della performance.

Ora c’è apprensione per la sorte degli attivisti e dell’artista concettuale: infatti appena usciti dal museo i tre, probabilmente per il forte odore di pesce emanato, sono stati assaliti da una colonia di gatti randagi, fino a quel momento impegnati a consumare una merenda a base di casatiello e mozzarella di bufala.

Andrea Michielotto