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Sirena di ambulanza interrompe la Roccella mentre è al telefono per strada e lei denuncia la censura 

Photo Credits: wikicommons , Governo Meloni

Medioe (VO) – Continua a non essere un periodo facile per la categoria più perseguitata del nostro paese e da sempre simbolo di una condizione di drammatico svantaggio sociale, quella dei ministri.
Anna Maria Bernini, ministra dell’Università, è stata contestata da studenti pro Palestina, Daniela Santanché, ministra del Turismo, è da mesi oggetto di diverse inchieste che potrebbero rivelare che il suo fiuto imprenditoriale non sia del tutto inappuntabile, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura non smette di essere bersagliato dalle cazzate sparate da lui stesso.

Ma la componente del governo Meloni più oltraggiata nei suoi diritti fondamentali è sicuramente la titolare del MPLFLNELPO, ovvero il ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, probabilmente solo omonima dell’attivista femminista che si batteva per “trasferire l’autorevolezza che la donna aveva nel privato anche nella sfera pubblica” e che si era fatta portavoce di molte battaglie femministe, per l’aborto, contro la violenza sulle donne, per la modifica del diritto di famiglia e per le pari opportunità. Nel curriculum della più recente, ma di certo non più evoluta, Eugenia Roccella 2.0, possiamo annoverare pregevoli iniziative come la fondazione del movimento Identità e Azione, guidato insieme a Gaetano Quagliariello, uno che sarà ricordato per aver definito assassino Beppino Englaro, e che quindi sarebbe meglio non ricordarlo affatto.

Dopo i vergognosi episodi censori che le sono occorsi al Salone del Libro del 2023 e ai recenti Stati generali della natalità, dove è stata contestata da un gruppo di ragazzi che poi hanno lasciato la sala, rischiando di mandare all’aria il piano della ministra, già pronta col microfono in mano a lamentarsi che non la lasciavano parlare, Roccella ha subìto un nuovo grave episodio di intolleranza e di limitazione della sua libertà quando, mentre attraversava una via del centro di Roma, nel corso di una call telefonica con l’ex senatore Pillon e con un rappresentante dei Pro Vita in cui facevano a gara su chi fosse di idee più retrograde, è stata interrotta dal sopraggiungere di un’ambulanza con le sirene spiegate, un attimo prima che potesse rilanciare con “Non solo cancellerò l’aborto ma pure il voto alle donne“.

Immediata la reazione dei quotidiani di destra, che hanno prontamente sparato i soliti titoli del loro repertorio: “Roccella come Scurati”, “Un moribondo di sinistra mette la mordacchia al governo”, “Ambulanza gender contro la vita” e l’immancabile “Roccella zittita, pesa il silenzio di Elly Schlein”.
Bruno Vespa ha già annunciato una serie di 194 puntate speciali in cui la ministra, dopo una simile ingiustizia, potrà avere finalmente un palco da cui poter parlare.

Solo in serata, la martire Roccella ha potuto sbollire l’indignazione di un simile affronto, quando, perdendosi tra le pagine del suo scrittore preferito, Tomás de Torquemada, ha ritrovato il suo tenero sorriso e ha rivolto al cielo una dolce silenziosa preghiera: “Si è maschi, o si è femmine, no alle forzature gender”. Dopo di che si è addormentata e ha sognato di ballare abbracciata a Ziggy Stardust.

Augusto Rasori

(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al contributo di Box)

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