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“Siamo gli unici in strada”, rider a Milano prendono possesso della città

foto di Daniil Vnoutchkov on Unsplash

MILANO – Febbraio, nona settimana dell’anno 2020. Per le strade di Milano, di sera, non c’è anima viva. Le ordinanze sindacali, il coronavirus, la paura, hanno portato le persone a rimanere in casa e ad aspettare tempi migliori. I bar chiusi dalle 18 alle 6, i musei e i luoghi di aggregazione bloccati fino a nuovo ordine, i turisti fuggiti via o dirottati verso località più esotiche e sicure come Lamezia Terme (denominata sin da subito Milano 3): la città è deserta. Ma qualcuno ne ha approfittato.

Qualcuno che è rimasto in strada sin dal primo giorno di blocco della città, che durante la giornata c’è sempre, durante la notte c’è sempre, armato solo di bici, zaino capiente, e forza d’animo: il rider. Da un giorno all’altro, i rider si sono ritrovati da soli, ancora più del solito, a girare per la città per consegnare cibo e generi di conforto alle persone impaurite dal Covid-19. Durante la prima notte è andato tutto bene. La seconda notte, qualcosa stava scricchiolando, alla terza è stato il caos. La quarta notte, i rider hanno guardato un film tutti insieme dividendosi il cibo ordinato e pagato da un tale Matteo S. (con il suo ordine ci hanno mangiato in settanta).

I rider si sono poi organizzati, divisi per categorie, e si sono spartiti la città. E oggi si vedranno tutti in un luogo sicuro per decidere il da farsi, ma difficilmente riusciranno a trovare un’interesse comune. Sono troppe infatti le differenze che li dividono: c’è chi consegnava principalmente solo junk food, chi sushi, chi pizze, chi persino la bagna càuda, chi la cucina romana, chi la spesa del supermercato, chi era invece specializzato in robe atroci come lo strano connubio tra pizza e ananas e veniva bullizzato sempre da tutti gli altri.

Ma il dado è tratto. Stasera si ritroveranno tutti: i ‘Just Hate’, i ‘FoodOut’, i ‘Deathroo’, quegli strani tizi vestiti da clown che si fanno chiamare i ‘McHats’, le ‘Zalanders’, donne macabre con la strana attitudine ad urlare di entusiasmo dopo ogni bravata, i ‘Glovtrotters’, gli ‘Uber Alles’, e molti altri. Hanno tentanto di entrare nel giro anche i corrieri dei più importanti siti di e-commerce online ma sono stati estromessi in men che non si dica dai veri rider, come hanno fatto sapere in un comunicato: “Chi gira per la città con un mezzo a motore, che non sia massimo un motorino scassato distrutto a due marce che ogni tanto devi spingere per cercare di andare più veloce, non è degno di essere parte dei nostri gruppi. È facile fare le consegne con il furgone, prova a consegnare ventisette pizze con una bici per sette chilometri per guadagnare tre euro e poi mi dici, dannato figlio del sistema. Ah, per la consegna di quel pc che abbiamo ordinato siamo in casa dalle nove alle dodici di domani mattina, grazie”.

Stasera, tutte le delegazioni dei Rider della notte si incontreranno a San Siro”, gracchia una voce femminile da una radio lontana, “Non sono accettate armi come pizze con il kiwi, sushi all you can eat a otto euro e novanta, kebab vegani e fantasie dello chef, che tanto sappiamo che sono solo piatti realizzati con quello che è avanzato in cucina dai giorni precedenti. Tutte le delegazioni possono portare massimo nove membri a testa, ma solo il capo di ogni gruppo potrà parlare. Stasera si farà la storia, amici rider, stasera diventerete la storia!”.

E i rider stasera capiranno se è possibile riuscire a mantenere il controllo della città anche se, da domani, l’ordinanza sarà molto probabilmente sospesa e le persone potranno tornare a uscire la notte, senza minimamente sapere che questa città ormai non è più la loro.

Davide Paolino