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Risparmio energetico: sardo cuoce per 12 giorni il porceddu dentro a una buca con la brace spenta

Photo Credits: Youtube -

Barbagia – Sono state molte le critiche rivolte contro la proposta presentata dal fisico italiano premio Nobel Giorgio Paris.
La domanda è risuonata in tutte le cappe: è giusto risparmiare un po’ di gas per cucinare le pietanze a casa? C’è chi sostiene che, d’inverno, se si cucina la pasta con le finestre chiuse, ci si riscalda pure. Quindi è giusto lesinare sulle cotture se poi si è costretti ad accendere i termosifoni? O queste polemiche si sono scatenate solo per aver toccato i pilastri su cui si fonda l’Italia: pizza, pasta e mafia?

Ad ogni modo, una vera e propria pioggia di consigli contro il caro bollette sta invadendo i social. Dopo la legittima preoccupazione e la fondata consapevolezza dell’impotenza della politica contro questo tsunami, arrivano ovunque corsi pratici su come risparmiare energia elettrica e gas.
Tutto ha preso il via, appunto, dalla pasta a fuoco spento consigliata dal premio Nobel. Da qui sono partite alcune ricette che rivisitano anche i piatti più importanti della nostra tradizione: si passa dal ragù napoletano cotto solo per 2 ore, fino ad arrivare all’arancino fritto ad aria calda mettendo una mano coperta da un guanto di amianto fuori dalla finestra in Sicilia alle 12. Qualcuno, in vacanza in Africa, ha dimostrato che se i pomodori messi al sole qui in Italia seccano, lì è come se fossero stati messi sulla brace, e sono pure molto buoni, ci dicono.

Ma sono molte le ricette che necessitano di lunghe ore di cottura, come, ad esempio, il maialino sardo, il famoso porceddu. Qui le storie di chi ha cotto la famosa pietanza più lentamente possibile si trasformano in leggende incredibili: si narra di cottoure che vanno dalle 4 alle 48 ore. Ma è nulla al confronto di quello che è riuscito a fare Gavino Pudduledda, pastore ecologista, che, dopo aver ascoltato il professor Parisi, ha collocato il maialino dentro una buca e, dopo aver acceso la brace per cuocerlo, ha spento tutto e ha lasciato il porceddu cuocere per 12 giorni. Il risultato? Come per la pasta, ottimo. Solo che nell’attesa Gavino si è mangiato un paio di porceddu ancora vivi e crudi.

Sergio Marinelli