ROMA – Il Ministero dell’Agricoltura, guidato da Lollobrigida, sta lavorando a un disegno di legge sulla caccia che stravolgerà l’attuale quadro di norme – quello che fa capo alla legge 157 del 1992 – e che dovrebbe essere presentato entro maggio e approvato in Parlamento entro la fine dell’estate, giusto in tempo per l’inizio della nuova stagione venatoria in autunno.
Un disegno di legge che valorizza, rafforza ed estende questa meravigliosa attività, la caccia. La caccia che piace molto al Governo per vari motivi, tra cui il fatto che sia estremamente mascolina, nonostante si tratti di un’ammucchiata di soli uomini in mezzo a un bosco, che sia un’attività militare preparatoria, non c’è più il servizio di leva obbligatorio, i nostri giovani rischiano di rammollirsi, la caccia li preparerà alle ostilità belliche, molto utile in questo periodo, o se un giorno i fagiani ci dichiareranno guerra.
Per un’attività che consente l’uso di armi, molto amate dal centrodestra che soffre di una rara parafilia, il “feticismo da polvere da sparo”, si sta perseguendo un obiettivo non dichiarato: aumentare le occasioni del loro uso. Non basta infatti poterle usare al poligono, per festeggiare gli scudetti o quando entra in casa qualcuno che non è stato invitato.
Quella che, nel ddl, è definita un’“attività che concorre alla tutela della biodiversità e dell’ecosistema”, perché si vanno ad eliminare tutti quegli animali che minacciano la biodiversità (come gli uccelli, che ostacolano la biodiversità dei vermicelli, oppure i cinghiali, che minacciano la biodiversità dei sacchi di immondizia), vedrà un’estensione dei luoghi in cui si potrà cacciare, che comprenderanno tutti i territori del demanio pubblico e anche nuove aree, tra cui aree finora protette come percorsi destinati agli escursionisti, biker, camminatori (che così velocizzeranno il completamento del loro percorso, sentendo che gli sparano addosso) e le spiagge (i cacciatori andranno in bermuda mimetici, potranno sparare anche ai pesci e infilzare gli animali con gli ombrelloni).
Il nuovo disegno di legge, inoltre, non permetterà più all’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di dare parere vincolante e sono previste multe per chi protesta contro le uccisioni di animali durante le attività di controllo: sanzioni fino a 900 euro ed eventualmente gli si può anche sparare. E nell’estensione di specie a cui si può sparare troviamo appunto le persone, se si travestono da Bugs Bunny o Cip e Ciop oppure impugnano una bandiera della Palestina.
Gli animalisti naturalmente protestano e sostengono che dietro questo disegno di legge ci siano delle lobby, come le frange più estreme dell’associazionismo venatorio, i produttori di armi e gli arredatori d’interni fissati con le teste-trofeo appese alle pareti. Il ddl però è leggermente osteggiato anche dalla lobby degli autolavaggi, perché meno uccelli significa anche meno cagatine sulle auto in sosta.
Stefano Pisani