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Riapertura delle cartolibrerie. Conte: “Le donne potranno ritoccare la ricrescita con gli Uniposca”

Foto Credits: European Parliament

ROMA – Grande entusiasmo per la timida riapertura di alcune attività produttive. Il premier Giuseppe Conte qualche giorno fa ha annunciato il prolungamento del lockdown fino al 3 maggio e la ripartenza di alcuni negozi e servizi a partire dal 14 aprile, prima di fare nomi e cognomi.

Tra questi, negozi di vestiti per bambini e neonati (per quando tra circa 8 mesi ci sarà il boom delle nascite), aziende che producono macchine agricole (non dimentichiamo il crescente bisogno di zollatrici semoventi che ha il nostro Paese) e quelle che lavorano il legno e si occupano di silvicoltura (coltivazione e cura dei boschi, per far sì che gli alberi non vengano abbandonati ma possano essere efficacemente trasformati in carta per i modelli di autocertificazione).

Il Governo ha però pensato di riaprire anche ulteriori importantissime attività: le librerie e le cartolibrerie. “Con questa misura veniamo incontro alle richieste di tanti, soprattutto donne: le signore, infatti, potranno ritoccarsi la ricrescita con gli Uniposca, i comodi pennarelloni colorati che trovate in qualunque cartoleria ben fornita. Non possiamo aprire ancora né parrucchieri né i barbieri, ahimé” ha dichiarato Conte guardandosi con amarezza le doppie punte. La decisione di riaprire le librerie è invece maturata dopo aver considerato che tanto comunque non ci va nessuno.

Il Premier ha poi continuato: “Le bionde non naturali potranno approfittare del color oro, per esempio, e quelle castane del marrone camoscio che l’azienda Uniposca sta mettendo a punto proprio in occasione dell’emergenza. Dulcis in fundo e cum grano salis, Matteo Salvini potrà approfittare dei pennarelli per disegnarsi due palle, quelle che non ha mai avuto! Scusatemi, scusatemi non so che mi è preso”.

Quest’ultima parte della dichiarazione di Conte ha scatenato polemiche, soprattutto da parte di Enrico Mentana. “Se avessi saputo che Conte avrebbe fatto un uso personalistico delle sue dichiarazioni, non le avrei mai mandate in onda” ha commentato il direttore del Tg de La7 – “una cosa indegna: era dai tempi del TG5 degli anni Novanta che dirigevo io che non si vedevano abusi simili” ha concluso Mentana, blastando se stesso.

Stefano Pisani