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Prima disposizione del governo Draghi: tassate al 95% le conferenze a pagamento degli ex premier

Roma (Che non è in Toscana!) – “Sì, lo so, dobbiamo spendere i soldi europei, ma dovevo un piacere personale a quel piacione che c’era prima, sì, Giuseppe mi pare si chiamasse… aveva pure un cognome tipo titolo nobiliare, forse Barone, ah, no Simone Barone ci fece diventare Campioni del Mondo nel 2006, forse Marchese, o Visconte, una roba del genere”, è un Mario Draghi stranamente prolisso quello che annuncia il primo vero provvedimento della sua era da Presidente del Consiglio, proprio nei giorni in cui ha ricevuto agevolmente la fiducia in Parlamento, nonostante Ciampolillo.

“So che potevo rischiare di giocarmi qualche voto favorevole ma sono sicuro che il mio primo DPCM, metterà d’accordo tutti, tranne uno”, spiega Draghi accennando una specie di sorriso, cosa che gli esperti non credevano fosse possibile, ma forse era solo un solco lungo il viso. La novità appunto è l’utilizzo di un metodo tanto caro al premier precedente: un decreto del presidente del consiglio dei ministri che tasserà al 95% le conferenze a pagamento, o le interviste, realizzate dagli ex premier, sia all’estero sia nel nostro Paese, con una maggiorazione del cinque per cento se toscani, e un incremento ulteriore di un altro cinque per cento se appartenenti ad un partito che occupa meno di 45 seggi in Parlamento.

“Perché i toscani?”, sorride ancora Draghi facendo scendere lo spread di cinquanta punti con la sola forza del suo charme, “Beh, i toscani hanno rovinato questo Paese, lo sanno tutti. A parte il loro umorismo da quattro soldi, e le ‘C’ aspirate, c’è anche il fattore egocentrismo che veramente ci frantuma le balle da quando l’uomo inventò la lingua italiana, dopo il cavallo”, spiega il Premier che precisa: “Ho appena aggiunto una maggiorazione alla tassazione di un altro dieci per cento se l’ex presidente del consiglio che effettua la conferenza ha dei nei visibili sotto le labbra”.

Ma non è un attacco politico verso una persona ben precisa, sottolinea il nuovo Premier: “Non ho nulla contro nessuno, anzi: c’è un ex politico (uno che si è ritirato anni fa dopo un referendum) che ha detto che è grazie a lui se sono diventato Presidente del Consiglio. E secondo voi io, che sono una persona così riconoscente, potrei effettuare scelte o idee che danneggino chi mi ha dato un così importante incarico? Ma è ridicolo anche solo pensarlo. Noi procederemo comunque nel nostro intento, whatever it takes!”, afferma il Premier facendo aumentare il differenziale euro/dollaro con la sola imposizione delle mani.

“E comunque”, conclude il Presidente del Consiglio, “per eludere questa tassa basterebbe smetterla di andare in giro a fare conferenze e accontentarsi di un posto da senatore”, spiega il Premier, “ma sappiamo bene che certa gente non resiste senza stare sotto i riflettori. Ah, aggiungo un ulteriore venti per cento alla tassazione se, l’eventuale ex premier in questione, durante l’intervista, si esprime in un pessimo inglese, causando danni irrimediabili all’onore di tutto il Paese. Sapete che ‘sta storia dei DPCM mi piace un casino? Potrei abituarmici”, afferma il Premier Draghi alzando un sopracciglio e aumentando il rendimento dei buoni del tesoro italiani del cinquecento per cento.

Davide Paolino