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Migranti, Piantedosi rincara: “La mia famiglia mi ha educato a saper nuotare”

Viminale – Prosegue la scia di dichiarazioni provocatorie del ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Dopo aver bollato come irresponsabili quelli che fuggono invece di dare la vita alla propria patria saltando in aria su qualche mina italiana, il titolare del Viminale se la prende con le capacità natatorie dei migranti: “Non si poteva pretendere che questi migranti fossero tutti fondisti olimpionici, ma se i loro genitori fossero stati più responsabili, gli avrebbero pagato almeno qualche lezione in piscina in Afghanistan. I miei genitori mi hanno educato fin da piccolo a saper nuotare, o almeno a galleggiare, se me lo chiede la mia patria. Faccio notare inoltre che in quel barcone non c’era nemmeno un bagnino, una colpevole mancanza che potrebbe avere conseguenze penali anche per i migranti morti“.

La raffica di esternazioni alimenta una polemica che cresce di giorno in giorno. Giovedì scorso il ministro aveva detto che quelle da cui scappano molti migranti non sono vere e proprie guerre, ma semplici operazioni militari speciali. Venerdì invece aveva chiesto al governo libico di creare più società finanziarie, in modo che i migranti di passaggio possano fermarsi a lavorare come broker, invece che spostarsi in Italia. E appena ieri, uscito dalla messa domenicale, ha indicato come veri responsabili della strage di Cutro i morti nella strage di Cutro, colpevoli di non essere riusciti restare a in vita.

Le espressioni del ministro potrebbero sembrare ciniche, ma non dobbiamo dimenticare la sua biografia personale, fatta di sacrifici e avversità paragonabili a quelle dei profughi siriani. Piantedosi nasce a Napoli nel 1963, proprio mentre la sua città veniva bombardata nella guerra tra l’Italia e il Madagascar. Suo padre lavorava nelle miniere di diamanti di Battipaglia e fu ucciso nel 1971, durante il golpe militare con cui l’allora sindaco di Avellino Ciro Esposito prese il potere. Sua madre crebbe da sola lui e gli altri 26 fratelli, lavorando come tessitrice di tappeti da esportare in Afghanistan, per 500 lire al mese. Piantedosi si pagò da solo gli studi alle scuole elementari raccogliendo metalli nobili dalle montagne di telefoni cellulari che venivano sversati nelle campagne campane negli anni ’60. Dodici tra i fratelli di Piantedosi sono stati divorati dai coccodrilli mentre raccoglievano acqua dal Volturno per non morire di sete prima di aver prestato il servizio militare. Lo stesso Piantedosi una volta, all’età di 7 anni, è morto per la Patria.

Gianni Zoccheddu