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Michetti contesta gli arresti di Fiore e Castellino: “Così ho due elettori in meno!”

Foto Credits: Screenshot da youtube

Roma (Damme ‘na mano a faje di’ de sì) – Enrico Michetti è un fiume in piena e se gli chiedete quale fiume, ovviamente risponde “Come quale fiume? Quello de Roma, no? L’Arno!“.

Il candidato sindaco di centro (Ahahahahahahaha!!!)-destra non ha affatto digerito l’arresto di Roberto Fiore e Giuliano Castellino, due dei più fulgidi, oseremmo dire fiammeggianti, esponenti di quel club di sottili intellettuali che, tra un bridge sorseggiando un brandy Solera Reserva 1877 Williams & Humbert e una conversazione sull’ultimo saggio di Noam Chomsky, trovano il tempo di assaltare la sede della CGIL, e che risponde al nome di Forza Nuova.
Michetti non ha dubbi: “A loro fa paura la mia indipendenza. Io non sono un uomo del palazzo, come tanta altra gente. Non ho interessi del palazzo da difendere. Io non prendo ordini da Bruxelles. Anzi, non ci sono mai stato!
Ma loro chi?“, gli chiediamo. “Loro, loro. Gli ebrei. Quelli che vivono ancora di rendita sul fatto che una volta ne hanno perseguitato qualche milionata. Proprio in vista del ballottaggio hanno voluto privarmi, mettendoli ar gabbio, di due stimabilissimi cittadini che sicuramente avrebbero votato per me e la mia idea di Roma?”
A proposito, qual è la sua idea di Roma?
Ma io che cazzo ne so che idea ho de Roma? Boh, de ‘na città. Comunque sta scritto tutto nell’albo pretorio”.

Quando gli facciamo notare che in carcere non è escluso che si possa esercitare comunque il diritto di voto, il candidato – nonché speaker di un’emittente radiofonica nota soprattutto per le sue posizioni rigorosamente scientifiche, a partire dal sostegno alla cura Di Bella sino all’ospitalità a luminari come Meluzzi e Fusaro e dalla quale Michetti lanciava accuse al vaccino di essere come il doping in Germania Est – se la prende con i ritardi della burocrazia, che lui sostiene essere stata creata apposta per boicottarlo e che non sarà mai abbastanza tempestiva da far sì che i suoi due supporter possano votarlo: “A loro fa paura la mia indipendenza. Io non sono un uomo del palazzo, come tanta altra gente. Non ho interessi del palazzo da difendere. Io non prendo ordini da Roma. Anzi, non ci sono mai stato!
Ma loro chi?
Loro, loro. Gli impiegati dell’ufficio anagrafe!

Per consolarlo gli ricordiamo che non è neppure detto che Roberto Fiore abbia la residenza nella capitale e che, anzi, una volta doveva testimoniare al processo sulla strage di Bologna ma i magistrati non erano riusciti a trovare un indirizzo cui spedirgli la citazione, nonostante Fiore non vedesse l’ora di prendere parte al dibattimento, visto il suo da sempre indomito senso civico dimostrato anche dalla sua fuga a Londra in seguito a un ordine di cattura emesso proprio in relazione ai tragici fatti del 2 agosto 1980.
E Castellino?” chiede Michetti.
Riteniamo non sia nemmeno in grado di apporre la X“.

Augusto Rasori