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Maurizio Gasparri shock: “Non solo aborto, vieteremo alle donne di andare in menopausa”

ROMA – Il nuovo governo non è ancora nato ma già lo scontro politico si è fatto aspro a causa di alcune dichiarazioni di esponenti del centrodestra in materia di diritti civili.
Neanche il tempo di archiviare i discorsi di insediamento dei presidenti delle camere, La Russa e Fontana, infarciti di retorica rassicurante e pelosa equidistanza, che subito il senatore Maurizio Gasparri si è distinto per aver presentato un disegno di legge di modifica dell’art. 1 del codice civile, che darebbe al feto lo status di persona, vietando di fatto l’aborto. Proposta di legge che ha fatto dichiarare a Victor Orban:Vigileremo sui diritti civili in Italia”.

Non contento, il senatore di Forza Italia, da noi interpellato al telefono, ha rincarato la dose, lasciandosi andare a dichiarazioni che gli sono valse la presidenza onoraria dell’ARSPS, Associazione Rievocazione Storica del Processo di Salem.

– “Metteremo fine a questa strage silenziosa di bambini che non nascono solo perché le donne, a 50 anni, decidono di smettere di procreare. Sa quanti bambini non nascono solo perché queste donne egoiste vogliono passare il tempo su Facebook a postare video di gattini?

– “No, quanti?

– “Vabbè, non lo so, è un calcolo difficile da fare, ma, insomma, sono veramente un sacco. L’età media si è alzata, l’aspettativa di vita è aumentata, perché le donne devono smettere di partorire a 50 anni? Se possono lavorare fino 67 anni non vedo perché non possano continuare a mettere al mondo dei figli.

– “Quindi?

– “Quindi metteremo finalmente mano alla legge sulla menopausa.

– “Quale legge?

– “Quella che consente alle donne di andare in menopausa a 50 anni. La abrogheremo, oppure sposteremo l’età molto più in là; faremo, che ne so, quota 70.

– “Guardi che non c’è una legge sulla menopausa.

– “Cioè?

– “Non c’è, non è come la pensione. Se vuole, in senso metaforico, possiamo parlare di legge della natura, ma non esiste una legge dello Stato sulla menopausa.

– “Meglio, così non stiamo a perdere tempo con emendamenti e cazzi vari, vietiamo la menopausa e basta.

– “Ma non è possibile, è un processo naturale.

– “Troveremo il modo, quando si tratta di imporre divieti non siamo secondi a nessuno.

Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico. I vertici del Partito Democratico hanno definito la proposta di Gasparri “un grave insulto alle donne di questo paese. Una proposta indegna, che comunque alla fine, se mancassero i numeri, potremmo anche votare”.

Duro anche il premier uscente Mario Draghi, non tanto per la cosa in sé, quanto per il fatto che senza la menopausa verrebbero a mancare le vampate di calore che durante l’inverno ci farebbero risparmiare gas per il riscaldamento.

Giorgia Meloni, raggiunta all’uscita della chiesa dove si reca ogni giorno a pregare che Berlusconi muoia, un po’ a sorpresa prende le distanze dalle dichiarazioni dei suoi alleati e ribadisce che la Legge 194 non verrà toccata. Ma comincia a farsi strada l’ipotesi, confermata da alcune fonti attendibili, che ogni volta che la Meloni parla della Legge 194 si riferisca in realtà alla Legge 194 dell’8 marzo 1958, che stabilisce la “Validità della laurea in scienze coloniali per l’ammissione a pubblici concorsi”.

Eddie Settembrini