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Marijuana pianta più facile da coltivare: “Ci riesce persino chi fuma marijuana”

Foto Credits: Pixabay

Erba (Como) – Come spesso accade in ambito scientifico, alcuni ricercatori dell’Università Giamaicana di Erba-Como sono riusciti a fare una grande scoperta grazie alla serendipità: la marijuana è in assoluto la pianta più facile da coltivare. Per chi non sapesse cosa sia la serendipità, vi riportiamo la descrizione trovata su google grazie al correttore automatico (noi infatti per ragioni scientifiche volevamo cercare qualcosa sul seno di Serena Grandi, ma la fretta e il T9 hanno fatto sì che uscisse questa parola, NdR). “Serendipità è la capacità di rilevare e interpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi d’indagine”.
Per comprendere la portata del fenomeno bastano un paio di esempi di scoperte ottenute grazie alla serendipità:

• 1. L’America.
Come è noto a tutti Cristoforo Colombo stava cercando di raggiungere l’Asia navigando verso ovest. Quando arrivò in prossimità della costa pensò d’essere giunto in India e invece aveva scoperto il continente americano. Poco importa il fatto che quella terra l’avessero già scoperta i nativi migliaia di anni prima. E sicuramente si possono sopportare alcuni piccoli effetti collaterali come lo sterminio dei suddetti nativi, le sparatorie nei college e più in generale ovunque negli USA, e Halloween come lo conosciamo oggi.

• 2. La chemioterapia moderna.
Tra il 1939 e il 1945 la Germania ha svolto un esperimento su scala planetaria per capire se era realmente possibile mettere fine alla vita umana sulla terra con l’utilizzo delle tecnologie allora disponibili. Fu così che nel ’43 i tedeschi bombardarono una nave alleata che trasportava iprite nel porto di Bari. L’iprite serviva per produrre il famigerato gas mostarda. Morirono diversi soldati, ma un medico scoprì che le persone che erano venute a contatto con la sostanza avevano meno globuli bianchi. Si intuì quindi che l’iprite, correttamente dosata e trattata, poteva uccidere in maniera mirata le cellule. Da lì alla chemioterapia moderna il passo fu breve. Certo, la seconda guerra mondiale costò la vita a 70 milioni di esseri umani, ma si sa, come già detto, a volte la ricerca scientifica può avere anche dei piccoli effetti collaterali.

Ecco, ora che sapete cosa è la serendipità possiamo raccontarvi cosa è accaduto a Erba. Alcuni scienziati stavano portando avanti uno studio volto a dimostrare che la cannabis può influire sulla memoria, oltre a far diventare le persone svogliate. Il problema è che ogni giorno alla fine della sperimentazione, fra grasse risate e panini farciti con nutella, salame e cracker, nessuno ricordava più cosa fosse lì a fare. Inoltre i ricercatori non avevano più voglia di scrivere e rendicontare l’accaduto, rendendo praticamente impossibile la fine dell’esperimento e qualunque pubblicazione scientifica sull’argomento. E così le giornate passavano tutte uguali, un po’ come in “Ricomincio da capo” con Bill Murray, solo senza nessun tipo di stress o ansia, e senza voglia di risolvere il problema.

Dopo circa 15 anni di tentativi i finanziatori della ricerca, non vedendo arrivare risultati di sorta, hanno deciso di mandare un loro rappresentante per verificare cosa stesse accadendo. La scoperta ha lasciato tutti a bocca aperta. Il laboratorio era ormai in rovina. Tutti i macchinari per le analisi, inutilizzabili. L’unica cosa che, non solo era perfetta, ma pareva addirittura migliorata, era la serra in cui si coltivava la marijuana. L’ispettore ha quindi dedotto che non solo la ricerca iniziale su memoria e svogliatezza era corretta, ma che la pianta può essere coltivata facilmente da chiunque, anche da chi fuma marijuana.

La legalizzazione e la nascita di un mercato globale della marijuana potrebbe quindi aprire le porte allo sfruttamento lavorativo dei consumatori abituali di sostanze cannabinoidi, o come vengono chiamati in ambito accademico: “fancazzisti“. Un altro grande caso di serendipità che migliorerà la vita di alcuni turbocapitalisti latifondisti.

Fabio Corigliano