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Marche. Finiti i posti letto: 48enne costretto a trattenere infarto da tre giorni

Ancona – Triste primato quello condiviso dalle Marche, che contedono alla Lombardia il titolo di regione col maggiore stress sul sistema sanitario, ovvero il rapporto tra i posti in terapia intensiva e i ricoverati. Le due regioni sono drammaticamente a un passo dal collasso, ma mentre per la Lombardia si agisce concretamente richiamando Bertolaso dal Sudafrica per tirare su un ospedale (e si sa che senza Guido gli italiani non sanno montare manco una canadese), le Marche sembrano abbandonate al loro triste destino.

Illustrare la situazione sanitaria della regione del Conero non è facile se non con ardite metafore sportive: avete presente quando giocate a Risiko e avete come obiettivo di conquistare l’Asia e provate a dare una svolta alla partita attaccando ma poi pescate 4 carte che non si combinano e dopo 2 giri rimanete arroccati con gli ultimi 3 carri armati nella Kamchatka? Ecco, le Marche si trovano nella stessa situazione… ma con un solo carro armato.

Qui non mancano solo le strutture ma anche il personale è in affanno, tanto che si sta ventilando l’ipotesi di portare persino i veterinari in corsia, comunque sempre più utili dei podologi in caso di pandemia (per tacere degli omeopati).

Ed è proprio la tipica diffidenza che caratterizza i marchigiani, unita a quel senso innato e viscerale per il risparmio fino al centesimo, che ha portato il 48 enne Augusto Malatini, colto da un malore improvviso mentre provava a sterilizzarsi le mani col Varnelli, a trattenere da ormai 72 ore un attacco cardiaco. “Un infarto? Non posso permettermelo, magari tra una quindicina di giorni – racconta il Sig. Augusto, mentre con le mani si comprime il petto – un po’ anche per senso civico – so che negli ospedali è meglio non recarsi – un po’, soprattutto, per non sprecare benzina e gomme, che, se ti va bene, nelle Marche, prima passi per tre ospedali chiusi e poi l’unico che trovi aperto ha pure i posti in terapia intensiva finitiNo, no. Metti pure che ho fatto la spesa e così mi tocca buttare tutto” e così ha optato per seguire le indicazioni del governo, che, oltretutto, sono gratis.

Certo, al momento la portata del contagio è molto maggiore in Lombardia e se qualcuno seriamente confidasse nell’arrivo delle giornate di sole per spazzare via il virus da quella regione… allora Te saluto core!, ma è anche vero che i marchigiani, popolo fiero da sempre dedito al sacrificio e al mantra Quanno parlà li quatrì, la virità la fa zittì, hanno accolto questa deriva Borisjohnsoniana di governo e media, con la solita diffidenza che li caratterizza, per nulla preoccupati con le loro mascherine legate con la passantina, di assistere allo spegnimento definitivo dei riflettori sulla propria mite regione, tanto da limitarsi a lanciare solo l’ottimistico hashtag #andrà.

Intanto, continuano gli appelli delle istituzioni, in primis dei sindaci, a limitare al massimo le uscite da casa e gli assembramenti, proprio per rallentare il più possibile il contagio. Ma nonostante le raccomandazione e le minacce di sanzioni, una piccola parte di popolazione continua ad ingegnarsi per aggirare i divieti e riuscire ancora una volta a sedersi sulla riva del fiume (e non a caso uno dei corsi d’acqua delle Marche, con un suggestivo richiamo dantesco, è L’Ete) per aspettare di veder passare il cadavere del proprio nemico, peccato poi che quel cadavere in realtà somigli più a quello del nonno.

Vittorio Lattanzi

+++ NOTA IMPORTANTE +++

Gli ospedali delle Marche sono in seria difficoltà, tanto che i marchigiani non possono rischiare nemmeno di tagliarsi un dito, infatti, hanno cominciato ad affettare il ciauscolo con i coltelli di plastica. Per questo abbiamo deciso di fare una donazione all’Ospedale A. Murri di Fermo, in prima linea nella lotta al coronavirus, e vi chiediamo di fare altrettanto.

Grazie, e tenete le distanze ancora un po’, ma pure dopo non avvicinatevi troppo!

PER DONAZIONI:

✅ IBAN IT 23 V 02008 69451 000105662449
✅ Causale “LIBERALITA’ CORONAVIRUS AV4FM ASUR”