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Imprenditore confessa: “Non sono razzista, sfrutto anche i bianchi”

Foto Credits: 2211438

Cate (Na)- È di un noto imprenditore del mondo della moda l’ultimo disperato appello sulla crisi occupazionale: “Ragazzi, venite a lavorare per me, le porte sono aperte, sono pronto ad assumere chiunque, non sono razzista, sfrutto anche persone bianche”.

A lanciare la richiesta è Ernesto Vinculotutti, proprietario del noto marchio di abbigliamento ‘Desigualiance‘, che si è trovato a corto di manodopera a basso costo. “Diciamoci la verità, diamo ai nostri operai lo stesso stipendio di 30 anni fa, per noi nulla è cambiato, se poi loro non riescono più a comprare le stesse cose, che colpa ne abbiamo noi?“.

Le dichiarazioni antirazziste di Vinculotutti non sono quelle di una voce isolata, a darle manforte arriva infatti anche Giuseppe Tipagostocazzo ristoratore milanese in crisi per mancanza di risorse umane, che pone il problema inverso: “Siamo pronti a metter persone di colore anche in sala, i nostri clienti dovranno mettere da parte il razzismo, lo abbiamo già fatto noi usando persone provenienti da tutto il sud-est del mondo nelle cucine, la gente si è poi abituata con i vari delivery a farsi portare il cibo da loro, penso siano pronti anche per accettare un cameriere di colore. Neanche noi siamo razzisti, ci serve solo del personale con tanta voglia di lavorare e poca, pochissima voglia di essere retribuito“.

Ma se prima alla stragrande maggioranza degli italiani, piaceva starsene stravaccata sul divano, ora che il reddito di cittadinanza è stato abolito, la poca voglia di essere sfruttati pare abbia incollato ancora di più le chiappe sulle poltrone di tutti i potenziali lavoratori, che vivono d’aria e delle faraoniche sovvenzioni pubbliche.

Una soluzione definitiva non pare essere all’orizzonte, ma non manca lo spirito d’iniziativa. Qualcuno, per esempio, ha introdotto nel proprio ristorante dei robot porta vivande, scoprendo poi che un’ora di ricarica di questo tecnologico cameriere costa più di una studentessa part time, alla quale puoi anche toccare il culo a fine servizio.

L’idea di non sfruttare nessuno e di pagare i propri dipendenti decentemente per il lavoro svolto è ancora una delle opzioni più impraticabili. Insomma non possiamo permetterci di far credere alle persone che il lavoro possa essere un modo onesto e sano per poter tirare avanti, tutti devono sentirsi precari, il mondo ha bisogno di incertezze e i soldi devono rimanere nelle mani dei pochi che li sanno gestire, a tutti gli altri vanno dati a piccole dosi, altrimenti poi, uno, per quale motivo dovrebbe lavorare?“, hanno dichiarato milioni di imprenditori di fronte alla richiesta di uno stipendio dignitoso.

Sergio Marinelli

(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box, Giuseppe Lastaria e Dario Cecchini)