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Gatto filosofo accetta serenamente che una porta rimanga chiusa

Miago (LI) – Sta suscitando molto scalpore nella comunità scientifica uno studio appena pubblicato dal noto etologo Corrado Lorenzi in cui si descrive il comportamento sorprendente di un gatto che avrebbe iniziato a dedicarsi allo studio della filosofia.

Lorenzi negli ultimi anni è stato al centro di aspre polemiche, culminate con le accuse di aver falsificato i risultati delle sue ricerche più controverse. Tra queste, uno studio condotto sulle Alpi svizzere per dimostrare che le marmotte incartano la cioccolata e uno svolto a Sanremo nel 2017 in cui si concludeva che un gorilla aveva imparato a ballare la coreografia della canzone vincitrice del Festival bevendo un analcolico biondo.

La nuova ricerca dello scienziato ha per soggetto il gatto di un professore di filosofia in pensione, Sergio Agammal. Sin da cucciolo, il gatto ha mostrato di gradire l’ascolto delle parole dei grandi filosofi che il suo padrone ama leggere a voce alta seduto in poltrona, tanto che è stato deciso di chiamarlo Kierkegaatt.

Sembra addirittura che capisca quel che ascolta: per esempio, quando gli vengono lette le parole di Diego Fusaro – sebbene il suo cognome suggerisca una qualche affinità col mondo felino – il gatto mostra segni di insofferenza, soffia e alla lunga vomita. Sembra invece che apprezzi le correnti filosofiche ellenistiche, in particolare lo stoicismo, dottrina fondata ad Atene da Zenone di Cizio.

La cosa stupefacente però è che Kierkegaatt ha iniziato a comportarsi secondo i precetti dei filosofi che ammira, abbandonando le sue abitudini feline. Perseguendo l’ideale dell’atarassia, il gatto ha smesso di farsi le unghie su tappeti, tende e divani; emancipandosi dai condizionamenti del suo istinto, ha rinunciato a infilarsi nelle scatole e a inseguire qualunque essere vivente che sia in grado di uccidere; ha iniziato a stare sui tavolini in posa ieratica senza buttare di sotto ogni singolo oggetto; è infine riuscito a rimanere serenamente in meditazione davanti a una porta chiusa senza volerla aprire a tutti i costi.

Lorenzi sostiene che Kierkegaatt non solo sia in grado di riflettere sugli insegnamenti dei filosofi che ascolta dal suo padrore, ma che stia elaborando una propria indagine razionale, come dimostrerebbe inequivocabilmente la posa che sempre più spesso assume, con lo sguardo assorto verso l’orizzonte e il mento appoggiato a una zampa.

Andrea Michielotto