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Filtri antiporno, Pillon tranquillizza gli adolescenti: “Potranno usare Postalmarket”

Freg(Na) – Arriva la lista Pillon, non stiamo parlando di un nuovo movimento politico, ma di uno speciale elenco di filtri inserito nell’articolo 8 del maxiemendamento di Salvini e soci, dal titolo Sistema di protezione per tutti dai rischi della modernità. Articolo che va a sostituire il ben più moderato articolo 7 bis, anche questo a firma del senatore Pillon, che voleva proteggere i minori dal porno e dalle repliche online di Ciao Darwin. In un’intervista il pio uomo ha spiegato che la sua premura fosse quella di voler proteggere la popolazione più fragile dalla cosa più pericolosa che si trovi su internet: la fregna. Sì, perché anche se il senatore pare non ne abbia mai posseduta una, sembra disquisire su ogni questione in cui vi è coinvolta, anche solo di striscio, una vagina. Insomma, il corpo di una donna, anche se stantuffato da un virile maschio, bianco e etero, è un immagine intollerabile, forte, inaccettabile: “La donna non va toccata nemmeno con un fiore, soprattutto quando è incinta, figuriamoci mettersi a ravanare nelle sue parti intime per farle perdere il bambino!”. E questa è solo una delle sue imperdibili massime sulle donne.

Pillon non ha dubbi anche se il momento più felice di tutto il lockdown, dopo quello del passaggio di un runner sotto al balcone mentre stavamo provando il nostro nuovo Flobert, è sicuramente avvenuto quando è stato annunciato il mese gratis di Porhub Premium.

Che cosa prevede la lista Pillon? Sembra che il progetto che porta il nome dell’illuminato senatore sia un sistema di protezione capace di intercettare il livello di arrapamento dell’utente e di attivare nel dispositivo elettronico che si sta utilizzando una temutissima modalità “Commodore 64” che bloccherebbe qualsiasi tentativo di ulteriore navigazione in rete.

Proprio per il richiamo così esplicito a quel periodo, il dibattito intellettuale si è subito spostato su un quesito fondamentale: come ci si segava negli anni Ottanta? A quel punto un nome ha troneggiato su tutti: Postalmarket, comune vademecum per tutti i pipparoli dell’epoca, ben più dell’elitario Le Ore.

Turbato da questo escamotage vintage, il senatore è corso subito ai ripari, chiedendo alla storica rivista, che si accinge a tornare in scena anche se solo in versione online, di concedere un codice a parte, solo per i maggiorenni che lo desiderano, per accedere alle pagine d’intimo donna.

Ma niente da fare, la celebre rivista ha ritenuto inaccettabile tale richiesta, visto e considerato che, per tale rilancio, gli amministratori hanno puntato proprio su un’edizione speciale intimo femminile tutto indossato da Diletta Leotta per il mese di luglio.

E non solo, su internet è partita anche la caccia all’acquisto delle vecchie edizioni cartacee di Postalmarket. Tutti hanno aderito a smerciarle, perfino la famosa libreria web Il Libraccio, che ha garantito un rimborso nel caso le pagine della sezione intimo femminile fossero appiccicate fra loro.

Sarà stato tutto questo fermento, saranno le voci che parlano di una foto al mare di un giovanissimo Pillon mentre sfoglia una copia proprio di Postalmarket con un’evidente erezione che straborda dal suo costumino blu, con tanto di palla destra fuori, che il senatore ha ceduto: “Vabbè, almeno non ci sono vagine in vista, e se poi uno è talmente coglione da non distinguere una fregna da un par de mutante, e riesce a segarsi solo con quello, alzo le mani”. Ed è grazie a questa edifcicatne vicenda che almeno la sezione intimo di Postalmarket resterà fuori dalla famigerata lista Pillon.

Sergio Marinelli