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Fabrizio Corona parte per combattere in Ucraina ma si arrende all’autista del Flixbus per Kiev

Foto Credits: Instagram

MILANO (COCAINOPOLI) – Piccolo incidente di percorso per Fabrizio Corona nella sua lotta in difesa del popolo ucraino. Dopo aver dichiarato nei giorni scorsi “Andrò in Ucraina a combattere, voglio morire in gloria” l’ex di Belen è infatti evaso dai domiciliari (Corona sta scontando la pena di un anno di detenzione domiciliare e deve ancora scontare 5 anni e mezzo di reclusione per i reati di spendita di banconote false, estorsione, evasione fiscale,
corruzione, frequentazione di Don Mazzi) per prendere il FlixBus Milano-Cracovia-Leopoli, ma non tutto è andato come doveva andare.

“Abbiamo visto questo tipo strano che tremava per il freddo e non faceva che chiedere a tutti se volessero farsi un selfie con lui. Lo avevamo riconosciuto, e quindi ci siamo rifiutati” racconta Yurij, che stava tornando in Ucraina per combattere contro l’esercito russo “allora offriva del denaro per convincerli, ma si vedeva che erano banconote disegnate da lui”.

La testimonianza di Yurij e degli altri passeggeri continua, dipingendo un quadro decisamente drammatico. “Dopo un po’ ha tirato fuori una fotocamera. Cercava di fotografare qualsiasi cosa, pensionati, ragazzi, la polvere sotto i sedili, le formiche dei tramezzini della stazione. Diceva che con quegli scatti rubati mandati alle riviste di gossip avrebbe potuto ricavarci dei bei soldi. Ha perfino tentato di fotografare una bambina di un anno e mezzo mentre le cambiavano il pannolino. Il padre, con un cazzotto, lo ha accorciato di 6 centimetri.” prosegue Yurij “e tutto questo è successo quando non eravamo ancora partiti”.

Quando il viaggio è iniziato, Corona è sembrato subito motivatissimo. “Si è messo a urlare ‘Putin bastardo! Putin merda! Putin Barbara D’Urso” – continua Yurij – e ha iniziato a cantare a squarciagola, dicendo ‘Vi dedico l’inno della vostra gloriosa nazione!’ ma, a parte che era stonatissimo, era l’inno dell’Inter”. A un certo punto, per farlo smettere, qualcuno lo ha colpito con una scoppola secca dietro la nuca. “Corona si è gettato a terra, piangendo, rotolandosi come fosse in agonia, e diceva ‘soldato a terra, soldato a terra! Dottore! Bareeellaaaaa! Aprite un corridoio umanitario e portatemi in salvooo!’, e ha smesso solo quando gli abbiamo fatto notare che, se faceva così per uno schiaffetto, cosa avrebbe fatto allora sul campo di battaglia? Al che, lui si è alzato e ha risposto che tanto noi non eravamo nessuno mentre lui era Fabrizio Corona, adorato dalle donne. Eppure, a colpirlo era stata proprio una donna”.

E il resto del viaggio, a quanto pare, non è stato meno turbolento. Oltre che chiedere innumerevoli volte a tutti “Siamo arrivati? Siamo arrivati? Siamo arrivati? Ho già sconfitto Putin? Ho già sconfitto Putin?” Corona avrebbe infatti tentato a più riprese di fermare l’autobus, perché diceva “che voleva scendere: era da un più di mezz’ora che non commetteva un reato penale e non resisteva più” spiega Yurij. In più di un’occasione, il galeotto matricola 67555/1, eletto Miss Saponetta Domani per tre volte di fila, ha minacciato il conducente, dicendogli di avere certe foto di lui in contesti compromettenti che sarebbero potute chissà come finire ad Alfonso Signorini.

“Tutti, a un certo punto, abbiamo pensato di menarlo potentemente. Anche perché qualcuno aveva letto il suo libro, ‘Non mi avete fatto niente’, e si voleva ancora vendicare” spiega Yurij. “Così, almeno, il prossimo libro che scriverà lo intitolerà ‘Mi avete spaccato la faccia'” aggiunge, ridendo molto, il suo compagno di posto Vassily.

All’altezza di Monaco di Baviera si è sentito uno strillo. “Aiuto, aiuto, mi sto congelando, nobile popolo ucraino! Sapevo che avrei affrontato temperature proibitive, ma continuo la lotta per la tua libertà!”, era Corona, per il quale l’aria condizionata era evidentemente troppo forte. A quel punto, i passeggeri hanno cercato di calmarlo porgendogli il suo thermos di crack e dandogli dei giocattoli con cui distrarsi, tra i quali c’era anche una bambola di gommapiuma raffigurante Nina Moric (che poi si è scoperto essere EFFETTIVAMENTE Nina Moric).

Arrivati a Cracovia, Corona si è gettato in ginocchio ai piedi dell’autista del FlixBus, e si è arreso a lui come gli iracheni che si arresero alla troupe della CNN durante la Guerra del Golfo. “Ti prego, ti prego! Non posso più continuare, sono stremato! Mi consegno a voi, nobile e glorioso popolo russo! Ho dei segreti sugli ucraini che vi potrebbero essere molto utili! So dove tengono i giocattoli! Vi dirò tutto, tutto! Viva Putin, nostro dio!”. L’autista lo ha preso a calci allontanandolo in malo modo, molto disturbato da un penetrante odore di urina.

Stefano Pisani