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Coronavirus, la Lega Calcio cambia di nuovo idea: “Sì ai tifosi nello stadio ma niente partita”

Roma – Stanno assumendo contorni sempre più surreali le decisioni della Lega Serie A per conciliare gli impegni sportivi con le direttive relative al rischio epidemia da Coronavirus.

Dopo la veemente reazione di società e tifosi alla decisione di far giocare diverse partite, tra cui il derby d’Italia Juventus-Inter a porte chiuse, il presidente Paolo Dal Pino ha proposto di spostare la partitissima alla settimana successiva, al posto di Bologna-Juventus, che verrà fatta slittare alla settimana successiva, al posto di Juventus-Lecce, che verrà fatta slittare alla settimana successiva al posto di Genoa-Juventus e così via sino alla fine del campionato, quando la conclusiva Juventus-Roma sarà giocata al posto di Italia-Turchia, esordio della nazionale a Euro 2020, incontro che, a sua volta, potrebbe effettuarsi al posto della finale di nuoto sincronizzato alle Olimpiadi di Tokyo.

Nel frattempo, per non sovrapporre troppi impegni, il ritorno di Champions dei bianconeri contro l’Olympique Lione sarà giocato dalla Spal, il che dovrebbe, comunque, garantirle maggiori possibilità di passare il turno.

Una volta portato via Dal Pino con una camicia di forza, gli altri consiglieri hanno pensato all’eventualità di far disputare regolarmente le partite a patto che i giocatori mantenessero tra loro la distanza minima di un metro, ma anche questo escamotage è apparso poco praticabile perché le barriere sulle punizioni sarebbero risultate eccessivamente perforabili e per la decisa presa di posizione di Amnesty International che ha reputato lesivo per i diritti umani di Skriniar privarlo della possibilità del contatto fisico. Respinto anche il suggerimento che prevedeva lo svolgersi degli incontri al mattino, facendoli disputare dagli studenti costretti a casa per la chiusura delle scuole, perché le madri dei ragazzi chiedevano alle società degli ingaggi troppo alti.

Alla fine, un summit tra Ministero degli Interni, Lega Serie A, FIGC, FGCI, arbitri, tifosi e sindacato bagarini ha optato per quella che al momento appare la migliore delle soluzioni possibili: aprire gli stadi per far entrare tutti i tifosi e tenerli lì senza che si svolga alcuna partita. Tanto, con la patologia pregressa di cui soffrono, a loro importa più che altro cantare cori per mandarsi a fare in culo a vicenda e di quello che succede in campo fondamentalmente non gliene frega un cazzo.

All’ingresso dello stadio le forze dell’ordine impediranno come di consueto di portare all’interno bottiglie dotate di tappo. Si prevede il sequestro di migliaia di bottigliette di Amuchina, che per il loro contenuto alcolico potrebbero essere utilizzate come molotov. Dura la risposta dei tifosi: “Avete idea di quanto è arrivata a costare l’amuchina a Milano? Vi pare che la tiriamo addosso a dei gobbi di merda?

L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, noto per la solidità delle sue opinioni, ha commentato così le proposte: “Sono tutte ipotesi di buon senso. Noi siamo contrari. Oggi è una bellissima giornata. Tempo di merda. Vi auguro buon proseguimento. Spero che moriate tutti presto“.

Augusto Rasori

PS. Sì, nessuno fluidifìca