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Arrestato per truffa l’inventore dello slogan “Ne usciremo migliori”

Foto Credits: Sniekverlaan

Milano – Il suo è un destino comune a tanti grandi ispiratori che lo hanno preceduto, da Gandhi a JFK a Genny ‘a Carogna, prima ignorati, poi osannati e alla fine avversati, se non perseguitati, proprio da chi li aveva sempre idolatrati.

È quanto successo anche a Mussolino Beniti, aspirante copywriter e fomentatore di masse, autore di diversi slogan che l’hanno fatto diventare per almeno un ventennio uno dei creativi più ricercati (in senso buono) di tutta la nazione. “Spezzeremo le reni al Coronavirus” e “Volete Covid o cannoni?” sono solo alcune delle decine di invenzioni cui ha dato vita nelle difficili settimane del lockdown della scorsa primavera, che qualcuno ben inserito negli ambienti governativi preferisce chiamare con la sibillina locuzione Lockdown 1.

Ma come già successo per l’anonimo ideatore del tormentone “Andrà tutto bene” che accompagnava alle 18 i concerti dai balconi di tutti gli ignari di quanto stesse davvero accadendo in quel di Bergamo sotto lo sguardo vigile della giunta lombarda, anche Beniti si è poi ritrovato accusato di truffa e circonvenzione di ingenui dopo aver coniato l’utopistico ma soprattutto fraudolento motto “Ne usciremo migliori”.

Per dovere di cronaca va specificato che in un primo momento pareva che effettivamente la speranza di uscire dal lockdown migliori di come ne fossimo entrati non fosse poi così irrealizzabile: erano i giorni in cui No Vax e ciarlatani di ogni risma si erano nascosti sotto i loro sassi di competenza per lasciare finalmente spazio ai professionisti, in cui medici e infermieri erano visti come eroi e la sanità pubblica veniva giustamente ritenuta come una delle più grandi e preziose conquiste del nostro paese, subito dopo la legge Cirami. (E quanta commozione e incredulità quando alla domanda “Qual è la sua prima preoccupazione?” gli italiani non rispondevano “I migranti” ma il caro vecchio classico “La salute”)

Ma l’illusione, proprio come una promessa di rimuovere le accise sulla benzina, è durata pochissimo e una volta lasciata alle spalle la primavera più buia del secolo, a parte per Netflix e Amazon, ci siamo fatti cullare dal tepore estivo come se la minaccia del virus fosse ormai solo un lontano ricordo, nonostante i ripetuti richiami a indossare la mascherina e a mantenere il distanziamento, e, passata la paura, le bestioline hanno ricominciato a sciamare da sotto i sassi.

Difficile riassumere tutti gli eclatanti indizi che hanno progressivamente convinto gli inquirenti della truffa portata avanti dallo slogan di Beniti: la manifestazione di Forza Nuova contro la Pasqua senza messa, le liti tra virologi di “È solo un’influenza” e quelli che “Moriremo tutti!”, i bagni di folla di Salvini che non credeva nella seconda ondata e poi ha chiesto che cosa fosse stato fatto per prevenire la seconda ondata, raffinati intellettuali che pensano che col 5G si possa iniettare a distanza un vaccino o un veleno a un tizio qualsiasi nel mondo, la manifestazione dei gilet arancioni del generale musicista Pappalardo accompagnato da una senatrice che le spara troppo grosse persino per i Cinque Stelle, il bonus monopattini, le code a Cervinia, i centri sociali che non trovano nulla di strano ad appoggiare manifestazioni in cui partecipa pure Forza Nuova.

Ma a far sì che il copywriter diventasse un ricercato (in senso cattivo) è stato soprattutto l’evento che ha convinto definitivamente la Procura che non solo non ne saremmo usciti migliori ma che probabilmente non ne usciremo affatto: il ballo verde salamandra di Daniela Santanché contro la chiusura delle discoteche per prevenire i contagi.

Dopo una ostinata caccia all’uomo, Beniti è stato arrestato a Dongo mentre tentava di fuggire in Svizzera travestito da pubblicitario tedesco indossando dei sandali Birkenstock Arizona in pelle scamosciata e pelliccia con i calzini. Pare che prima di essere portato via in località sconosciuta abbia consegnato al mondo un’ultima manciata di slogan destinati a rimanere eternamente impressi nell’immaginario collettivo di questo nostro convenientemente smemorato paese: “Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se sto fermo ignoratemi”, “Tanti virus tanto onore”, “Guardati dal lupo, guardati dal tasso, guardati dalla donna con il culo basso”.

Augusto Rasori