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Afghanistan. Talebani si travestono da sauditi per frustare le donne senza che l’occidente si indigni

NEW KABUL [KABUL] – A quasi due settimane dal ritiro delle truppe Nato dall’Afghanistan, finalmente iniziano ad arrivare le prime notizie rassicuranti dal fronte talebano. Molte erano le domande che l’Europa e gli Stati Uniti iniziavano a porsi sul futuro del nuovo stato islamico, come ad esempio “Ma se i talebani cambieranno il nome all’Afghanistan, dovremo ristampare tutti i tabelloni di gioco del Risiko?” e “Adesso che non ci sono più gli USA a controllare il territorio, la produzione di oppio e quindi l’export di eroina torneranno a calare ai livelli pre-esportazione della democrazia? No perché ok la fine della guerra, ma a noi la droga serve” o “Agli omosessuali che verranno giustiziati, sarà permesso indossare lo smalto per le unghie durante l’esecuzione?”. Tutte domande importanti di cui però ancora non conosciamo la risposta.

Fortunatamente intanto qualcosa si muove. Zabihullah Mujahid, il portavoce del governo talebano, ha infatti rassicurato l’occidente rendendo noto che le truppe di Allah sono disposte ad alcune aperture per favorire una distensione che questo paese attende ormai da 20 anni: “Sappiamo che siete molto preoccupati per le sorti delle nostre donne, per questo volevamo rassicurarvi. Continueremo a picchiarle ma per venire incontro alla vostra sensibilità, lo faremo solo vestiti da sauditi. Ci ispireremo infatti all’Arabia Saudita, che in occidente è considerata la culla di un Nuovo Rinascimento. Vogliamo dimostrare che non siamo più i mujaheddin di trent’anni fa, quelli armati e addestrati dalla CIA durante la guerra con l’Unione Sovietica, quelli che allora voi e Sylvester Stallone descrivevate come combattenti per la libertà contro il mostro del comunismo, ma che adesso siamo radicalizzati e estremizzati per bene perché fortunatamente grazie a voi e all’esportazione della vostra democrazia, abbiamo potuto vivere uno scenario di guerra, povertà e disperazione perenne. Un’intera generazione cresciuta sotto le bombe e in mezzo alle schegge degli attentati quasi giornalieri. Abbiamo imparato la vostra lezione e non vi deluderemo“.

Promesse a cui credere o solo parole che verranno portate via dalla prima onda d’urto di un ordigno nucleare lanciato dal Pakistan? Staremo a vedere. Voci di grotta molto attendibili confermerebbero tutto ciò. Sarebbe già sul tavolo del governo talebano una legge uguale a quella saudita che permetterebbe alle donne di guidare l’auto. Questo, a detta della talpa, perché è molto importante che una donna sia libera di uscire di casa per recarsi in maniera indipendente alla sua lapidazione, senza disturbare il marito.

Altre due buone notizie che confermerebbero la tendenza dei talebani a normalizzarsi rispetto alla nostra società più evoluta, arrivano da due ministeri fondamentali. La prima è che il ministro delle telecomunicazioni Najibullah Haqqani, per gestire al meglio la censura, ha chiesto una consulenza al MOIGE e al CODACONS.
La seconda è che il ministro dei lavori pubblici, il mullah Abdul Manan Omari, si è detto pronto ad organizzare un Mondiale di calcio in Afghanistan. Questo, come in Qatar, permetterebbe di far morire di lavoro durante la costruzione degli impianti migliaia di potenziali profughi, invece che farli morire annegati in maniera insensata nel Mediterraneo o di freddo sulla rotta dei Balcani.

Barlumi di umanità a cui l’occidente diffidente e intollerante si aggrappa, ma a cui non sa se credere o meno.

Fabio Corigliano