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“Quando siamo partiti non c’era la quarantena!” Tolta multa ai passeggeri del regionale per Sulmona

Foto Credits: Lorenzo Testa via Wikimedia CC BY-SA

Sulmona (AQ) – Brutta disavventura per i cinque passeggeri del regionale proveniente da Pescara e diretto a Sulmona, giunti finalmente nella città dei Peligni ieri sera dopo oltre quaranta giorni di viaggio.

La linea, infatti, in conseguenza dei recenti tagli al trasporto regionale, era stata accorpata alla tratta Cagliari-Oristano, con evidente aggravio dei tempi di percorrenza.

Il tragitto del treno, inoltre, era stato interessato da una serie di eventi calamitosi che ne hanno prolungato la durata di circa una settimana rispetto alla tabella di marcia. Partiti dalla stazione di Pescara il 7 marzo, il convoglio aveva subìto un inconveniente tecnico alla linea elettrica di alimentazione, prontamente risolto dopo soli quattro giorni grazie all’impiego di un sistema alternativo di locomozione.

Non appena si sono rese disponibili le risorse tecniche necessarie (sedici buoi da traino), la linea ha ripreso a funzionare ma con traffico alternato su un solo binario per evitare alterchi tra i bovini che si sarebbero inevitabilmente incrociati.

Poco prima della stazione di Scafa – Caramanico Terme – San Valentino in Abruzzo Citeriore, il convoglio si è dovuto nuovamente fermare per accertamenti dell’autorità giudiziaria sull’investimento di un gregge di pecore da parte di un treno precedente.

Al loro arrivo, i passeggeri – ignari della pandemia in corso – si sono trovati di fronte ad uno spettacolo alquanto insolito. La stazione, infatti, non era deserta come al solito: otto agenti della Polizia di Stato, muniti di mascherina e guanti, erano lì per accoglierli.

Quando sono stati invitati a esibire le proprie autocertificazioni, quattro dei cinque passeggeri si sono scambiati sguardi interrogativi di fronte allo sguardo sbigottito del quinto che non aveva mai assistito a simili scambi.

Stante l’indolente ritrosia dei passeggeri, i poliziotti hanno quindi preteso le loro generalità e chiesto di motivare le ragioni del proprio viaggio. Constatando che solo uno dei cinque viaggiatori aveva una valida giustificazione (un rappresentante di enciclopedie, a Sulmona per motivi di lavoro), gli agenti hanno contestato agli altri la violazione delle misure del Governo.

A nulla sono vale le proteste dei passeggeri (una giovane coppia di molisani partita addirittura da Termoli a fine febbraio per comprare confetti per il proprio matrimonio, il parrucchiere di Mattarella diretto a Roma e un cervo fuggito dalla riserva di Pescasseroli in cerca di nuove avventure) che dichiaravano di non sapere nulla di questi “Dippiciemme“.

Ma dopo le polemiche e l’indignazione in Rete, la Questura ha deciso di annullare in autotutela tutte le sanzioni.

I passeggeri potranno quindi tornare alle proprie abitazioni, tranne i due abitanti di Termoli in quanto “recarsi in Molise non può comunque essere ricompreso tra i casi di necessità”.

Francesco Conte