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Pentito di mafia ottiene sconto di pena rivelando i nomi di quelli che escono per fare jogging

Foto Credits: Dennis Jarvis Foto Credits: pikrepo.com

Montevicata – Il soprannome con cui veniva chiamato  il boss Sebastiano Opposto è sempre stato U’ Bastian Contrario per le sue scelte fondamentalmente anticonformiste anche nella scalata ai vertici della criminalità organizzata.

Dove gli altri ricorrevano alle minacce lui preferiva le lusinghe, ai colpi di lupara i buffetti sulle guance, e al posto del tritolo il C4 (perché va bene essere anticonformisti ma la mafia è pur sempre la mafia!).

Non sorprende, quindi, che per farsi una passeggiata in giro per strada, un decennale superlatitante come lui abbia scelto proprio i giorni in cui tale attività non è consentita senza una regolare autocertificazione e solo per comprovati motivi a causa delle restrizioni per l’epidemia di Coronavirus.

Ai due vigili urbani che l’hanno notato mentre fissava incredulo la saracinesca chiusa della pasticceria “L’arancin*”, è riuscito solo a produrre alcuni pizzini scarabocchiati tra il 1948 e il 2015 ma nulla che potesse giustificare la sua presenza per strada. Destino ha voluto che un carabiniere in pensione che fingeva di portare a spasso il cane proprio su quella via riconoscesse il latitante e lo salutasse con un entusiasta “Bacio le mani, don Bastiano!”, spingendo così i due civic a contattare la questura.

Si è pertanto provveduto al riconoscimento dell’individuo in contravvenzione mediante un’analisi incrociata di impronte digitali, DNA, esame della cornea ma soprattutto controllando la sua carta di identità che ha confermato che seduto nell’ufficio del commissario c’era un uomo ricercato da quando Berlusconi cantava ancora sulle navi.

Opposto, già condannato per omicidio, strage, contrabbando, riciclaggio, spallone, abuso edilizio, traffico di droga, estorsione, associazione per delinquere e abigeato, di fronte all’eventualità di dover scontare la sua pena di18 ergastoli ha provato ad alleggerire la sua posizione offrendo informazioni utili su eventi ancora oscuri della storia d’Italia.

Abbiamo la possibilità di presentarvi in esclusiva il suo interrogatorio.

Il boss sembra a disagio sulla sedia scomoda: “Vi interessa sapere chi c’era dietro la strage di Portella della Ginestra?”

Quella del 1947? – gli ha chiesto uno degli inquirenti – “Non erano manco nati i miei genitori! Ci han pure fatto due bei film su Salvatore Giuliano. Non roviniamoli, essù!

E chi ha manovrato gli omicidi di Falcone e Borsellino? Posso rivelarvi anche chi ha comprato le pile per il telecomando e dove tiene lo scontrino in attesa gliele rimborsino” ha rilanciato il boss.

Falcone e Borsellino non li devi nemmeno nominare! Sono due simboli e i simboli non si toccano!

E chi ha condotto la trattativa Stato-Mafia?”

Ma quale trattativa? Che erano praticamente d’accordo su tutto!”

Posso dirvi dove si nasconde Matteo Messina Denaro!”

Mii, quello lascialo dov’è che se lo prendiamo capace che riveli cose che era meglio continuare a  non sapere!

Ho una miniera di informazioni su ogni omicidio, strage, incidente in cui ci sia il nostro zampino. Coraggio, sceglietene una! Strage della circonvallazione, Strage di Piazza Scaffa

Strage del rapido 904, Strage di via Croce Rossa, Prima e seconda Strage di Porto Empedocle, Via dei Georgofili, Via Palestro. Niente, eh?

Yauun, È roba vecchia. Le stragi in Italia vanno in prescrizione” – commenta annoiato un altro degli inquirenti stiracchiandosi.

Il boss rimane a lungo in silenzio, probabilmente a rimuginare sugli orrori e i nefandi delitti che ha commissionato e cui ha assistito nel corso dei decenni, finché una sorta di illuminazione non lo colpisce all’improvviso:

E se vi facessi i nomi di quelli che escono a fare jogging?

Gli inquirenti si avvicinano con aria finalmente molto interessata e con una strana luce negli occhi: “Oooh, questo sì che ci interessa!

U’ Bastian Contrario si sistema meglio sulla sedia che ora non gli sembra più così scomoda e sistemandosi gli sparuti capelli sorride e chiede: “Va bene, ve lo dirò, ma prima vorrei che mi faceste portare un arancin*

Augusto Rasori