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Elezioni, Di Maio: “Aboliremo 400 regole grammaticali”

Elezioni, Di Maio: "Aboliremo 400 regole grammaticali" - Lercio

MoViment (TO) – “Quando siamo al governo, haboliremmo 400 regole grammaticali!”. L’ultima promessa elettorale di Luigi Di Maio, candidato premier pentastellato, sta suscitando accese discussioni e infuocate polemiche.

Da mesi gli avversari del M5S sottolineano ogni scivolone grammaticale del vicepresidente della Camera, ma ora appare chiaro che i presunti sfondoni non sono altro che l’anticipazione di questa misura dirompente, destinata nelle intenzioni a portare alla vittoria il partito di Grillo e Casaleggio. Infatti la maggioranza degli italiani si dimostra sempre più insofferente alle regole e, a giudicare da quel che si legge sui social network, soprattutto a quelle grammaticali.

“Noi non siamo per l’obbligo, al massimo per le raccomandazzioni. Vogliamo rendere la vita semplice hai cittadini”, ha chiosato il capo politico a 5 stelle durante un’affollata conferenza stampa. “L’Itaglia é frenata dalle regole grammaticali, molti non si esprimono per paura di sbagliare, ma con noi ogniuno potesse dire la sua senza che i professoroni lo vogliono correggere”. A chi obietta che le regole servono proprio per capirsi meglio, il candidato premier replica: “Quando due perzone honeste si vogliano parlare, sintendono a meraviglia senza bisogno di tutte cueste complicazzioni”.     

Gli iscritti alla piattaforma Rousseau (che in futuro si potrà scrivere anche Russo’,  NdR) possono già scegliere quale regola grammaticale abolire e le proposte non mancano: sostituzione del ch con la più pratica k (Ke fareste in auto con la Boldrini?), libertà di accento, di doppie e di h (honesta’, onestá e onnesta’ saranno tutte forme accettate), abolizione della q e rimozione delle norme sulla consecutio temporum (“Basta con cuesto latinorum!”).

C’è però chi vede in questa misura un desiderio di vendetta. Alcuni maligni sostengono infatti che Di Maio sia stato escluso dalla sua principale mansione lavorativa, lo steward allo stadio San Paolo di Napoli, proprio a causa dei suoi problemi con l’italiano, citando alcuni strafalcioni riferiti dagli abbonati partenopei: “I signori mi seguissero… mi seguirebbero… insomma venite dietro a me!”, “Poteste farmi vedere… Possano farmi vedere… Uagliò, cacciate i biglietti!”. 

Il leader pentastellato però tira dritto e guarda con fiducia al voto 4 marzo: “Puntiamo ha superare il 40%, basta che ci scegliono 3 elettori su 10”. A chi fa timidamente notare che per arrivare al 40% serve il voto di 4 elettori su 10, Di Maio ribatte stizzito: “Aboliremo anche le regole della matematica e per cuelli come voi sarebbe finita la pacchia!”.

Andrea Michielotto