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Divina Commedia. Trovato canto inedito dell’Inferno: il girone di “Quelli che se la sono cercata”

Divina Commedia. Trovato canto inedito dell'Inferno: il girone di “Quelli che se la sono cercata” - Lercio
Illustrazione: Sandro Botticelli

Appena giunti là e col pie’ varcata
Avemmo percezion di restar soli
Tra quelli che la morte avean cercata.

ROMA – Questa è la prima terzina di un canto dell’Inferno di Dante, rimasto nascosto fino ad oggi e tornato alla luce dopo settecento anni, in cui il poeta racconta di un girone inedito, dedicato a “Coloro che se la son cercata”. L’autore del sensazionale ritrovamento è Benigno Lucarelli, professore di Letteratura Italiana all’Università di Catanzaro, che ha annunciato la scoperta con un articolo su “Il Volgare”, settimanale specializzato in letteratura medievale e turpiloqui. “Il canto risulta incredibilmente attuale – ha dichiarato il professore – specie per il fatto che il Sommo Poeta sembri voler accontentate ipocriti e maldicenti inserendo gli sventurati in un girone dell’Inferno, tanto che alcuni di voi potrebbero pensare che in realtà l’ho scritto io, ieri sera, dopo aver preso qualche droga di troppo. Ma ovviamente non è così. No, davvero”.

Di seguito, il canto inedito.

Appena giunti là e col pie’ varcata
avemmo percezion di restar soli
tra quelli che la morte avean cercata.

Ed ecco avanzarsi l’Ambrosoli
che’l grande gobbo avea apostrofato:
“Cercò la morte – disse – in quanto i doli

nei conti della banca avea trovato”.
E la sua fine fu sanz’altro atroce:
dal tenebro Sindona fu freddato.

D’un tratto d’un motor s’ode la voce,
è il Simoncelli che sen va sgommando
fra l’ombre dei dannati assai veloce.

È là che a far di pinna sta insegnando
né ai demoni, né agli angioli sereni
ma a chi in Egitto morse curiosando.

Non va veloce il timido Regeni:
pe’ li Servigi è morto d’incidente,
non vole confermar tali veleni.

Tra eroici dannati ed altra gente
s’incontra pure il prode Matteotti
che ‘l fascio denunziò, quell’imprudente!

Non mancano gli sbirri mai corrotti:
Falcone e Borsellino, omini sani
che u Curtu liquidò coi candelotti.

Poi Cucchi, Uva, Aldro e pur Giuliani,
uccisi dai tutor che passan ‘l segno,
che parlan di rivolta per domani.

“Oh che tu mi ritrai? Allora degnoh!”
Conobbi tale frase virulenta
che spinse la ragazza a pagar pegno.

Tiziana stava lì con faccia spenta
la rete l’annegò nel disonore:
“Potea fornicar ma starci attenta!”

Ed attenzion mancò a chi, minore,
volle accostarsi a un abito talare,
a colei che, malgrado l’obiettore,

tentò la gravidanza di fermare
E a quelle che ribelli meretrici,
si fecero stuprare e assassinare.

Infine incontro Charb e i suoi amici,
i morti della satira francese,
color che Allah ritrassero felici,

color che manco il Papa li difese:
“Aspettati un cazzotto sul davanti
se a mamma tu rivolgi tali offese”.

Indi allor vo via sanza rimpianti
bramando di trovar in questo inferno
anca un girone per i giudicanti,

che osan imitar lo Padreterno.

 

 

Alessandro Cappai – Eddie Settembrini – Rosaria Greco