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Vegani del linguaggio contro l’italiano: “Basta con il menare il can per l’aia”

Antispecis (MO) – Sta suscitando molto scalpore la presa di posizione di un gruppo di vegani integralisti, che si prefigge l’obiettivo di far cessare lo sfruttamento degli animali anche nel linguaggio. Il gruppo, molto agguerrito e determinato, ma evidentemente anche non molto ferrato nella lingua italiana, ha redatto un manifesto programmatico, di cui il portavoce Fulvio De Lauro ha illustrato i punti salienti in un’affollata conferenza stampa: “Non ci possiamo più accontentare di non sfruttare gli animali per nutrirci e per vestirci, bisogna smettere subito di abusarne vergognosamente anche quando parliamo e scriviamo, come ad esempio quando usiamo la violenta espressione ‘menare il can per l’aia‘”.

Sotto accusa moltissime espressioni e modi di dire, che spesso usiamo senza renderci conto di sfruttare gli animali: coda di cavallo, cavalli di Frisia, leoni da tastiera, occhio di bue, parcheggio a lisca di pesce: “Gli animali sono povere vittime indifese di questo uso ignobile e indiscriminato dei loro nomi: non a caso chi accoglie tutte le colpe della società è definito capro espiatorio“. In molti casi gli animali sono visti con una connotazione negativa: “Basta pensare e espressioni come: il lupo perde il pelo ma non il vizio; muoversi come un elefante in una cristalleria; avere un cervello di gallina; fare lo struzzo; fare come la volpe e l’uva”.

De Lauro afferma inoltre che il suo gruppo sta già studiando come rimpiazzare le espressioni che sfruttano gli animali con altre 100% vegan: “Perché per indicare una decisione drastica bisogna dire ‘tagliare la testa al toro’? Possiamo sostituire questa orrenda locuzione con ‘tagliare la testa al sedano’, senza dover alludere alla decapitazione di un povero bovino”. 

Altri modi di dire potranno essere poi sostituiti con gli equivalenti vegani:
Lacrime di coccordrillo => Lacrime di salice piangente
Gallina vecchia fa buon brodo => Carota vecchia fa buon brodo
Pelle d’oca => Pelle di cetriolo
Vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso => Vendere il gheriglio di noce prima di averla schiacciata
Non saper cavare un ragno dal buco => Non saper cavare un nocciolo da un’oliva

La conferenza stampa si è conclusa tra gli applausi, anche se è stata funestata da un episodio spiacevole: un giornalista è stato aggredito dai vegani del linguaggio quando ha tentato maldestramente di augurar loro buona fortuna urlando “In culo alla balena!”.

Andrea Michielotto