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Uomo impaziente invita le ragazze a vedere la sua collezione di bruchi

Foto Credits: Kapa65 da Pixabay

Questo curioso caso si sta verificando in un sobborgo italiano (per l’esattezza in una frazione di un numero decimale periodico minore di quattro) dove, in questi mesi, tanti avvenimenti sono capitati in maniera opposta al resto del mondo: un sobborgo in cui i neri stanno protestando per dire basta ai poliziotti che li fermano ripetutamente in strada solo perché li trovano simpatici; e un sobborgo in cui, da inizio marzo, le persone son state inaspettatamente colpite da un virus molto contagioso che libera totalmente le vie respiratorie: il Vicksvaporubvirus; arrivato a loro, dopo che un uomo in Cina aveva ingurgitato parti meccaniche di un inalatore per aerosol.

E proprio qui, giunti grazie a un errore del navigatore che doveva portarci a novemila km di distanza, abbiamo deciso di ascoltare le singolari vicissitudini di un uomo preromantico. Vicissitudini, peraltro, alimentate da pettegolezzi che hanno fatto, in poco meno di dieci anni, il giro del paese (non gliene fregava niente a nessuno).

Salve signor Tal dei Tali (per richiesta e rispetto della persona, abbiamo deciso di mettere il nome e cognome veri), la ringrazio per aver accettato l’intervista. Ma veniamo subito al dunque e alla prima domanda, ovvero: come mai lei invita le ragazze a vedere la sua collezione di bruchi. Sembra che lei abbia difficoltà a saper aspettar…
Cosa glielo fa credere?

Ecco: innanzitutto il fatto che non mi ha dato il tempo di finire la fras
Ma io so aspettare. A proposito: quando pubblicate l’intervista? Ieri ho controllato sul sito e non c’era ancora nulla.

Capita quando non si è dentro una puntata di Dark. Ad ogni modo, uscirà quanto prima. Ma torniamo a noi. E alla sua collezione di bruchi. Quanto ha successo il suo metodo?
Purtroppo, ben poco. Le donne scappano appena termino la frase. Alcune anche prima che termini la frase.

Addirittura.
Già, devo smetterla di abbordare le ragazze durante gli allenamenti di atletica.

Ma non ha mai provato con le classiche farfalle?
Oddio, no. Che dovrei fare nell’attesa della metamorfosi?
Però ho provato coi gattini.

Ah, ottimo.
Già. Ma le donne scappavano appena li vedevano spillati e dentro le teche.

Chi l’avrebbe mai detto.
Ho provato anche coi cani. Ma quelli non entravano manco nel raccoglitore.
Non so proprio cosa non va in me.

Ora: sarei qui per fare domande e non per fornire soluzioni ma dovrebbe imparare a gestire la sua impazienza. Insomma: dovrebbe rilassarsi. Che lavoro fa?
Avevo una ditta che produceva cemento a presa rapida. Poi sono passato alla produzione del caffè istantaneo. Poi al tè istantaneo. E adesso ho una ditta che produce spray nasali che ti liberano subito il naso.

Beh, perlomeno vedo che è coerente. Almeno in ambito lavorativo gli affari vanno bene?
No, è un momento terribile. Il Vicksvaporubvirus ci ha messo in ginocchio; è da mesi che la gente è in fila davanti al paziente zero per farsi tossire in faccia.

Mi sembra un po’ surreale.
Questo è il taglio dell’articolo.

Già. Che sfortuna: non riesco a ricavarci nulla. Questa intervista ha proprio poco appeal. Non so quanto possa importare ai lettori di una persona impaziente e frettolosa. Grazie comunque per la disponibilità.
Si figuri, ma se ne va di già? Se gradisce, ho preparato della pasta al dente.

Quanto al dente?
Appena tolta dalla confezione.

Come se avessi accettato. Arrivederci. E davvero: non sia così precipitoso, o nessuno salirà mai da lei.
Beh, lei è salito. Posso provarci con lei.

Mi spiace, sono un uomo sposato e ho pure una bimba.
Ah, peccato. E la bimba, sposata pure lei?

Ehm, no… però ho la sensazione che questa intervista abbia appena avuto una svolta.


Albert Huliselan Canepa