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Umbria. Famiglia di cinghiali entra in un parco giochi: scatta la sagra

Foto Credits: Pixabay

MARSCIANO (PG) – Poco dopo l’ultimo episodio la storia sembra ripetersi. Tutti abbiamo negli occhi le tragiche immagini della mattanza romana di suidi, quando una squadra di vigili urbani armati come soldati israeliani è entrata nel parchetto di via Cava Aurelia e ha trucidato una mamma cinghiale e i suoi sei cuccioli, tra l’indignazione degli animalisti e l’invidia dei cacciatori.

Erano da poco passate le 4 del pomeriggio quando la tranquilla frazione di Migliano è stata turbata dalle grida di un gruppo di bambini, costretti a darsela a gambe levate perché una famiglia di cinghiali si era insediata nel parco giochi cittadino nella storica Piazza Inoki. Probabilmente, i cinghiali erano in cerca di chiarezza riguardo ai nuovi D.P.C.M. emanati dal Governo.

I primi a giungere sul posto sono stati i cacciatori, probabilmente attirati dalla scarsa possibilità di scambiarsi per cinghiali tra di loro, che hanno subito proposto tre modalità per l’uccisione: alla Rambo (il primo film, ovvero aggredendo l’animale saltando da un albero con un coltello), alla Diaz (raid nel parco giochi con manganelli ma senza possibilità di salti di carriera) e alla Vigilessa, chiamato anche “alla Bataclan” (incursione armata muniti di kalashnikov sparando all’impazzata) .

In una manciata di minuti, un terzo della popolazione si era già riversato nella piazza per gridare allo scandalo, quando una delle fazioni, che si erano formate seduta stante, ha proposto di cucinarli in umido: “Fermatevi! Così lo ammazzate il cinghiale!”. Per fortuna, il provvidenziale intervento dell’Assessore all’Arvoltolo ha riportato tutto alla normalità con la saggezza che ci si aspetta dalle istituzioni: i cinghiali adulti in porchetta e i cuccioli stufati con latte e castagne. Il massacro dei cinghiali è avvenuto nel massimo rispetto delle norme anti-covid.

Vittorio Lattanzi