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Talent scout dell’Inter visita campo profughi in cerca di nuovi fenomeni

Talent scout dell'Inter visita campo profughi in cerca di nuovi fenomeni - Lercio

Ha un nome e un volto il misterioso uomo senza nome e senza volto che da giorni si aggira intorno al Cie di Lampedusa con un pallone in una mano e un mazzetto di figurine Panini nell’altra: si tratta di XZY, talent scout dell’F.C. Internazionale, mandato in avanscoperta personalmente da Thoir, per cercare nuovi fenomeni da mettere in campo e porre una pezza alla deludente stagione interista.

Infatti, dopo la disastrosa campagna acquisti e la poco invidiabile posizione in classifica, la dirigenza dell’Inter ha escogitato un nuovo piano per risollevarsi, se non calcisticamente, almeno economicamente da un’annata decisamente negativa. Da Jovetic a Ljajic, da Felipe Melo a Perisic, da Kondogbia a Brozovic a Biabiany, un fallimento completo. “Eppure quando li abbiamo comprati, sembravano dei veri calciatori” ha dichiarato XZY con il volto coperto da una sciarpa e la voce in falsetto per non farsi riconoscere. “Avevano dei pantaloncini corti, una maglietta neroazzurra con un nome improbabile sulle spalle, un’espressione giusta per le interviste dopo partita in italiano balbettato e soprattutto per comprarli abbiamo dovuto dare fondo anche ai salvadanai dei nostri nipotini”.

Prima, per trovare nuovi talenti – ha continuato XZY – facevamo i pendolari con l’Africa, ma ora, grazie alle guerre e ai terroristi della Jihad, sono loro a venire qui da noi. Lampedusa è solo uno dei tanti vivai sparsi in Europa. Se ne possono trovare facilmente anche in Grecia in Macedonia, Croazia, Slovenia, Serbia, Ungheria, in Austria. Ed è un’immensa fortuna, perché tra i fili spinati, gli sgambetti dei cameraman e i muri da saltare si trovano moltissimi giovani con ottime doti fisiche”.

Forse non è la soluzione a tutti i nostri problemi” conclude infine il dirigente XZY, osservando un profugo dribblare uno schieramento di polizia, “ma anche se non sono dei veri calciatori potremmo rivenderli come sosia, che poi è quello che hanno fatto con noi. Ci hanno rifilato dei sosia e chissà quelli veri in che squadra giocano”.

Purtroppo, ora che si è sparsa la voce, ai campi profughi arriva gente di ogni tipo. I genitori fanno a botte per portare i loro ragazzi per un provino, pensano di avere tra le mani il nuovo Pogba o il nuovo Dybala. E quelli che vogliono a tutti i costi vestire una casacca interista fanno di tutto per farsi prescrivere massicce dosi di sedativi e tranquillanti. Ma tutto questo, si sa, nei lager dei profughi è normale routine.

Silvio Perfetti