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Si laurea in Psicologia con una tesi sull’elezione di Toni Iwobi nella Lega

Si laurea in Psicologia con una tesi sull'elezione di Toni Iwobi nella Lega - Lercio

Roma – L’elezione del senatore di colore Toni Iwobi nelle file della Lega ha suscitato grande clamore nell’opinione pubblica. L’argomento ha investito, ovviamente, anche il campo della Psicologia, disciplina che si occupa dello studio del comportamento umano e di abbinare immagini di tramonti e citazioni su Facebook.

È di oggi, infatti, la notizia della 26enne Paola Pecret che si è laureata in Psicologia Clinica all’Università La Sapienza, con una tesi dal titolo ‘Il caso Iwobi: aiutarlo a guarire o prenderlo come paziente e assicurarsi un’entrata fissa fino alla pensione?’.
La ragazza ha addirittura cambiato all’ultimo l’argomento della sua tesi. Si stava per laureare, infatti, con una tesi intitolata ‘Condurre i pazienti in uno stato ipnotico allo scopo di convincerli a non chiedere la fattura’ quando la notizia dell’elezione di un senatore nero nel partito più razzista d’Italia l’ha convinta a cambiare l’oggetto della sua tesi.

La giovane Pecret ritiene di aver individuato nel comportamento di Toni Iwobi una nuova sindrome non ancora riportata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. “Il senatore Iwobi – scrive la Pecret nella sua tesi – soffre di un disturbo identificabile in un misto di dismorfofobia, daltonismo, sindrome di Stoccolma e stronzaggine comune”.

La sindrome Iwobi, secondo la neodottoresa, sarebbe l’evoluzione patologica di un disturbo che fece la sua comparsa a Torino negli anni ’60 e ’70, quando molti operai della Fiat iniziarono inspiegabilmente a tifare per la Juventus. “Già allora alcuni miei colleghi iniziarono a studiare questo fenomeno, ma poi, dopo il gol di Bettega nella finale di Coppa Uefa a Bilbao nel ’77, lasciarono gli studi e fecero l’abbonamento in curva”.

Ma esiste una cura? La dottoressa Pecret è ottimista. “Per ora, e solo in via sperimentale, l’unico rimedio che ha dato risultati apprezzabili consiste nel mettere il soggetto in un angolo, prenderlo a schiaffi (ma forte!) e urlargli ‘MA COSA CAZZO FAI? MA TI RENDI CONTO?! COGLIONE!’ e continuare fino alla presa di coscienza del paziente. La remissione completa si ottiene quando il soggetto abbandona una delle due polarità in conflitto. Per Iwobi, ad esempio, ci sono solamente due alternative: o si dimette dalla Lega o si dimette da negro, non ci sono altre possibilità”.

Paola Pecret – che con questa tesi porta a casa un 110 e lode, il bacio accademico e un posto sul divano di Porta a Porta – ha dichiarato che non si fermerà qui. “Continuerò a studiare questa sindrome – conclude la donna – ora voglio concentrarmi sugli omosessuali che si dichiarano cattolici praticanti”.

Eddie Settembrini