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Segregava mariti nello scantinato: arrestato tabaccaio

Segregava mariti nello scantinato: arrestato tabaccaio - Lercio
(Foto: Adriano Meis)

TERRA (Via Lattea) –  “Cara, vado a comprare le sigarette. Torno subito”. Quante donne hanno sentito pronunciare questa frase da mariti che poi sono scomparsi senza lasciare tracce? 8452 solo in Italia, almeno stando ai calcoli di Federica Sciarelli. Da oggi, però, potranno stare certe che non accadrà più; la polizia di Urbino ha infatti arrestato il tabaccaio responsabile di tutte le sparizioni. L’uomo, un 54enne di 6o anni, è accusato di aver sequestrato e spesso ucciso migliaia di fumatori nel corso degli anni. Il modus operandi di Filippo Morra, questo il nome del criminale, era sempre lo stesso: apriva una tabaccheria, allestiva una prigione nello scantinato, sequestrava solo clienti maschi e ai primi sospetti chiudeva, si trasferiva in un’altra città e ricominciava da capo. Al momento dell’arresto i Carabinieri hanno liberato 15 uomini che da tempo vivevano in condizioni disumane, incatenati al muro senza cibo e calcio. Le vittime, dopo aver pubblicato un libro, sono finalmente riuscite a tornare a casa dalle loro mogli. “Pensavo che non sarebbe mai ritornato. È stato strano abbracciarlo”, dice il nuovo marito di una di loro.

Nel frattempo le autorità stanno passando al vaglio tutto il materiale trovato nelle tasche del Morra durante l’arresto: catene, manette, guinzagli, vibratori, video e carte d’identità dei rapiti. Da quanto è emerso dai primi interrogatori, Filippo Morra, che Studio Aperto ha già soprannominato “Il tabaccaio che nuoce gravemente alla salute”, avrebbe compiuto il primo sequestro/omicidio a vent’anni. All’epoca gestiva una tabaccheria nel salotto di Andrea Camilleri, quando un cliente che assomigliava ad Enrico Vanzina gli fece venire un’idea: “Sarebbe divertente rapirlo, schiavizzarlo e ucciderlo”, pensò. Detto Fatto: lo narcotizzò con un fazzoletto imbevuto di cloroformio, lo portò nello scantinato e, dopo averlo torturato, lo uccise. L’accaduto lo divertì a tal punto che non riuscì più a fermarsi. Fino a stamattina, quando i Carabinieri hanno finalmente messo fine all’incubo.

Da oggi, i mariti che vorranno scappare senza lasciare tracce dovranno pensare a una nuova scusa. Tenendo presente che, come sa bene Marcello Dell’Utri,  “Vado in Libano a bere un caffè” non funziona.

Davide Rossi