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Sciopero degli interpreti: è caos a Expo Babele 3000 A.C.

Sciopero degli interpreti: è caos a Expo Babele 3000 A.C. - Lercio
Nell'immagine il logo dell'Expo Babele 3000 A.C. creato dallo studio Brueghel&Brueghel

Sembra iniziata davvero nei peggiore dei modi l’attesissima manifestazione che dovrebbe portare lustro e rilanciare l’economia a Babilonia dopo sette anni di vacche magre. Posticipato più volte l’evento, dato che il pianeta non era ancora stato bonificato dalla tremenda alluvione che aveva causato esondazioni pressoché su tutto il globo, si sono in seguito verificati ulteriori disagi per gli scioperi minacciati dalle compagnie di carri trainati da asini selvatici contro la concorrenza di conducenti privati e per i ritardi nei lavori di completamento della grandiosa torre 91x91x91 destinata ad ospitare i padiglioni, progettata dal premier Nimrod (anche se secondo biblileaks il progetto originale è del solito Renzo Piano), il quale ha però deciso di stringere i tempi, onde evitare un altro eventuale acquazzone nonché per distogliere l’attenzione dallo scandalo suscitato dal clamoroso annuncio delle sue nozze con sua madre Semiramide, e di inaugurare ugualmente, nonostante i numerosi cantieri ancora incompleti, l’Esposizione Universale di Babele 3000 A.C. Sigla, quest’ultima, che ha destato parecchie perplessità ma che i responsabili dell’ufficio marketing della manifestazione hanno garantito che, sebbene adesso possa risultare ancora un po’ sibillina, in futuro diventerà un vero e proprio brand.

L’organizzazione si è, però, trovata subito colpita da una nuova tegola quando le centinaia di interpreti che avrebbero dovuto essere a disposizione dei visitatori provenienti da tutta la Mesopotamia, hanno deciso di sospendere l’attività per protestare contro i criteri assai confusi e parziali della loro selezione e per le sensibili discrepanze tra gli stipendi promessi (2 piastre mercantili al giorno) e quelli effettivi (una piastra servile al mese). Tra i padiglioni quindi regna ora il più assoluto caos, con turisti che chiedono un caffè e si vedono rispondere con lo sterminio di tutti i loro settanta figli e altri che ordinano un panino con la mortadella e si ritrovano pubblicamente circoncisi davanti a orde di sumeri che li fotografano.

E non è finita, perché a poche ore dall’apertura ufficiale dell’Expo con la presentazione del brano rock “Va pensiero”, bisogna purtroppo già registrare il comportamento di alcune bande di facinorosi che hanno imbrattato le pareti di diverse banche e i muri dei giardini pensili di Babilonia – “Una delle sette meraviglie del mondo”, ha commentato il premier Nimrod, per lo cui mal coto pur un linguaggio nel mondo non s’usa, con la sua solita propensione alle iperboli, “anche se al momento ne esistono solo due“ – infiltrandosi nei cortei dei pacifici manifestanti No Expo, guidati da Sem, uno dei figli del celebre e discusso comandante Noè, che anni fa, durante il citato diluvio, al timone di una nave della Costa Crociere specializzata in gite per animali, si arenò sul monte Ararat dopo aver rivolto un inchino al potente di turno.

Augusto Rasori