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Scandalo bookmakers inglesi: scommettono su ricostruzione case terremotate italiane

Scandalo bookmakers inglesi: scommettono su ricostruzione case terremotate italiane - Lercio

Underandover (UK) – C’era forse da aspettarselo dalla patria degli scommettitori, ma un’idea così malsana ha forse superato il limite del naturale buon gusto, piazzandosi quasi al livello di ‘Ospitata di Fabrizio Corona a un funerale’.

Gli inglesi ci avevano già abituato in passato a scommesse mirabolanti quanto discutibili, come ‘Indovina il colore dell’intimo della Regina nel 2016’, oppure ‘Trump riuscirà a non cadere nell’incesto per i primi tre mesi del suo mandato?’ (il No peraltro quotato a 1.60). E per finire persino a ‘Indovina il prossimo luogo colpito dall’Isis in occidente’ (Inghilterra data a 2.20, Malta a 6.40, Vaticano a 100, se per caso è il Papa a farsi esplodere invece la quota diminuisce a 20).

Questa volta però la scommessa è stata così estrema  che già una grossa parte degli abituali frequentatori delle sale da gioco ha provato a puntare qualche moneta sul quesito posto dai bookmakers inglesi: ‘Quanto tempo occorrerà allo Stato Italiano per ricostruire le case dei terremotati?’. Una domanda che ha scatenato indignazione, rabbia, pestilenze, malefici e una rivolta del pudding che sta colpendo tutta la penisola italiana.

“È un’indecenza”, afferma Costiero Amalfitano, giovane indignato, “volevo giocarmi l’opzione ‘mai’ quotata a 3.20 ma è stata subito bloccata per eccesso di puntate”. “È un’ingiustizia”, gli fa eco Cateno Montuoso mentre esce da un punto scommesse, “stavo ipotecando la casa su ‘Basta affidare la ricostruzione alla Mafia e si fa prima’, ma mi hanno detto che già l’aveva fatto la redazione di Charlie Hebdo e non accettavano più stabili in pegno”.

La situazione è comunque drammatica: “Il Parlamento Europeo è bloccato” spiega Arturo Fonzarielli, guardarobiere ufficiale, “gli inglesi stanno uscendo dall’Europa e il massimo che gli puoi fare è un rimbrotto ufficiale, mica un’interrogazione! Gli dici ‘non lo fate più’, loro dicono di sì ma tanto che gliene fotte: stanno per lasciare le chiavi sullo zerbino e se ne tornano nella loro isola di me…mi scusi mi stanno chiamando, devo andare a spiegare a Farage che qui si guida tenendo la sinistra”.

E quindi la soluzione a questa ondata di indignazione sembra difficile da fermare. Dai territori terremotati fanno sapere che intenteranno una causa contro i bookmakers inglesi, ma loro rispondono che, con la giustizia italiana, conoscerne l’esito prima dei trent’anni è dato a settanta volte la posta. “Non si può far nulla con chi controlla le statistiche: sono il nuovo ordine mondiale”, constata Ermes Complottaro, “e quindi non ci resta altro che lasciarci trasportare dalla marea e puntare anche noi, magari riusciamo a vincere e la casa ce la ricostruiamo da soli, senza aspettare lo Stato”. Come hanno fatto dei fortunatissimi sfollati dell’Irpinia che, scommettendo sul ‘mai’ per il terremoto di trentasei anni fa, sono finalmente riusciti a rientrare in possesso della loro abitazione dopo solo tredicimilacentocinquantaquattro giorni. C’è speranza anche per L’Aquila.

Davide Paolino