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Sanzioni Russia, Netflix attivo ma trasmette solo Rocky 4

Foto Credits: Pixabay

Le sanzioni economiche imposte alla Russia hanno certamente colpito anche l’Occidente: aumento delle bollette, aumento del petrolio e aumento dei beni di consumo, specialmente quelli trasportati su gomma, tuttavia le due situazioni continuano a rimanere molto diverse: mentre noi abbiamo ancora la possibilità di distrarci con i servizi di streaming, gli amici bolscevichi sono costretti a passare le serate ubriachi di vodka. Che in effetti è quello che già facevano, ma adesso a TV spenta. Anche perché le uniche cose che vanno in onda sono dei documentari sul Judo e delle televendite di pregiate pellicce di Yak presentate dal braccio destro di Vladimir Putin, cioè letteralmente il suo braccio destro con la mano che mima una bocca, che ha recentemente sostituito Alessandro Orlando.   
 
L’unico servizio di streaming rimasto attivo è Netflix, che però ha deciso di intraprendere una strana forma di protesta: per gli abbonati russi sarà possibile vedere soltanto Rocky 4 fino al prossimo mese, in rotazione costante 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Cliccando sul film, unica scelta possibile nel catalogo, è consentito, oltre a poter guardare la pellicola per intero, visionare il trailer e due contenuti extra: uno in cui Stallone racconta divertito di come decise di cambiare in nome di Adriana in Dasvidania nella prima versione russa, creando non pochi grattacapi agli spettatori che non capivano perché Rocky salutasse di continuo sua moglie, e l’altro in cui è possibile visionare un finale alternativo in cui Ivan Drago muore sul ring circondato dai suoi fluidi corporei dopo essere stato colpito da un attacco di diarrea fulminante causata dall’uso eccessivo di sostanze dopanti.  
 
Se le sanzioni verso la Russia dovessero inasprirsi ulteriormente, è probabile che Netflix possa rispondere continuando sulla stessa falsariga, obbligando gli utenti a guardare film come Top Gun o, volendo mantenere lo stesso protagonista, Rambo III. Secondo alcuni non è da escludere la possibilità che il prossimo “unico” film in catalogo sarà Creed II, in cui Ivan Drago, ripudiato dalla propria nazione, cresce ed allena il figlio proprio nella capitale Kyev. Magari sarà proprio questo ad indirizzare l’opinione politica russa?  

Andrea Bonechi