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Sanremo, Salvini contro Carlo Conti: “Facciamogli condurre i Festival a casa loro”

Sanremo, Salvini contro Carlo Conti: "Facciamogli condurre i Festival a casa loro" - Lercio

SANREMO – Il sessantacinquesimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo sta per iniziare e puntualmente scoppiano feroci polemiche. Questa edizione sarà ricordata per gli attacchi contro il conduttore Carlo Conti portati dal leader della Lega Matteo Salvini, che ha organizzato un infuocato comizio nella Città dei Fiori:  “Non ho NIENTE contro questi extra-comunitari, ma facciamogli condurre i Festival dei bingo bongo a casa loro! Sono RAZZISTA se dico che bisogna pensare PRIMA ai conduttori italiani?”

Il segretario felpato contesta la scelta dei vertici di Viale Mazzini e indica possibili alternative: “LI facciamo arrivare qui col TAPPETO rosso, li ospitiamo in hotel a 5 stelle quando molti italiani non hanno una casa e ora gli facciamo condurre il nostro Festival? Da CONCORRENTE di telequiz ho conosciuti due giganti della televisione: Corrado Tedeschi e Davide Mengacci. Se hanno fatto passare alla storia trasmissioni come “Doppio Slalom” e “Il pranzo è servito” pensate cosa possono fare col Festival di Sanremo!   

E per rincarare la dose: “Dobbiamo CAPIRE che siamo in guerra. Quel che è successo è colpa di una sinistra buonista che alla fine ci FARA’ sgozzare. Il nemico è IN casa nostra e noi gli diamo pure le chiavi. Buttiamo nel cesso la nostra cultura! Senza Sanremo non AVREMMO conosciuto i Jalisse, Marco Carta o Povia, artisti che danno lustro al nostro Paese”. 

Il leader leghista poi si scaglia contro il compenso al conduttore: “Si parla DI milioni DI euro, in questi giorni in cui gli italiani tirano la CINghia è uno schifo! Peggio dei soldi che abbiamo sborsato per quelle pseudo-volontarie AMICHE dei beduini! Provate voi a AndarE in Tanzania, CREDETE CHE vi ricoprano di diaMaNti?”. La Lega aveva anche raccolto in tempo record un milione di firme per un referendum contro la conduzione di Carlo Conti, ma la Corte Costituzionale non l’ha ritenuto ammissibile con un verdetto che il segretario ha accettato con flemma britannica: “Vaffanculo ai giudici che ci hanno fottuto un diritto sacrosanto, questa Italia mi fa schifo!”

In chiusura di comizio Salvini ha imbracciato una chitarra e ha iniziato a suonare “Un italiano” del siciliano Toto Cutugno, a conferma che ormai il suo partito ha abbandonato i cori da stadio contro i terroni: “I meridionali sono persone come NOI. Stringiamoci tutti insieme e cacciamo a calci NEL culo gli extra-comunitari!”. Acclamato dalla folla in tripudio, Salvini ha dato vita al gran finale, macchiato però da un piccolo incidente: si è infatti avvolto in un drappo tricolore passatagli dal fido Borghezio, ma probabilmente la bandiera era già stata usata nella precedente fase anti-italiana della Lega e presentava lunghe e numerose strisciate marroni.

Andrea Michielotto