Cerca
Close this search box.

Salvini toglie la scorta a Saviano e la assegna al suo nuovo pupazzo di Zorro

Roma – “Ho paura che me lo rubino di nuovo, quindi la scorta serve più a lui che a Saviano che tanto vive protetto nel suo attico di Manhattan”. Con queste parole il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato il provvedimento che in queste ore sta tenendo banco tra i commentatori politici: la scorta che in questi anni ha protetto lo scrittore anticamorra Roberto Saviano è stata assegnata al nuovo pupazzetto di Zorro del vicepremier.

Come riporta la sua biografia, lo stesso giocattolo era stato rubato a Salvini durante l’infanzia, proiettando il piccolo Matteo in una spirale di risentimento da cui evidentemente non è mai uscito. “L’ho cercato ovunque ma senza risultati – aveva dichiarato solo qualche settimana fa – ho chiesto anche agli amici migranti di controllare sul fondo del Mediterraneo ma niente, sparito”. Da qui la decisione di comprarne uno nuovo e di assegnargli la protezione dello Stato.

Un provvedimento piuttosto dispendioso, anche perché occorre adeguare la preparazione della scorta al nuovo soggetto da proteggere. Infatti, per mettere maggiormente a suo agio il bambolotto, gli agenti della scorta dovranno imparare ad andare a cavallo, studiare la lingua spagnola (scritta e parlata), imparare a relazionarsi con un giocattolo senza sentirsi degli emeriti coglioni (per questo dovranno visionare Toys Story 1, 2 e 3).

A chi gli chiede se non sia inopportuno utilizzare i soldi degli italiani per la sicurezza di un pupazzo, il leader del Carroccio risponde piccato: “Ma lei lo sa che Zorrino ha già ricevuto un proiettilino di gomma per posta? Eh? Lo sa che sugli striscioni gli scrivono frasi offensive come ‘Zorro merda ridacci i 49 milioni che ti sei fregato’? Ok, questo lo scrivono a me, ma lui ne risente!

A un giornalista che gli ha chiesto di chiarire meglio il rapporto che intercorre tra lui e il pupazzo, Salvini ha risposto: “Beh, è un rapporto incentrato sulla correttezza istituzionale, io sono ministro e lui è il Presidente del Consiglio. Stiamo parlando di Conte, vero?

Eddie Settembrini