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Regno Unito. Theresa May incontrerà le vittime della sua amministrazione

DOWNING STREET (BREXIT) – All’indomani dell’accordo di governo raggiunto con il partito ultraconservatore irlandese, la premier Theresa May ha finalmente deciso di mostrare il suo lato più umano (una leggera ruga di contrizione che solca il suo zigomo destro quando gli occhi sono colpiti direttamente dalla luce solare) e ha quindi accettato di incontrare una selezionata rappresentanza dei superstiti della sua azione politica, che cercherà di riconquistare puntando tutto sulla simpatia.

Theresa May ha riconosciuto di aver commesso alcuni errori, dovuti probabilmente ad un difetto di programmazione che spera di risolvere con il prossimo aggiornamento (che sarà rilasciato entro la fine del mese, n.d.a.).

Il bug, già riscontrato da molti analisti politici, risiede nel lobo dell’insula, ovvero la parte della corteccia cerebrale che regola l’empatia e che sarebbe, nella testa della May, gravemente danneggiata. Parrebbe, infatti, che la corteccia insulare del primo ministro abbia chiesto con un referendum il distacco dal resto del cervello continentale e che, pur essendosene pentita subito dopo, abbia dato avvio ad un percorso a tappe forzate. Secondo alcuni retroscenisti, il referendum per avviare il processo di lobotomizzazione (Brainxit) sarebbe stato indetto solo per coprire mediaticamente gli effetti devastanti dei tagli al welfare e alla sicurezza e che, in realtà, quel pezzo di cervello sarebbe stato già gravemente compromesso. Anzi, solo grazie ai collegamenti sinaptici con il resto della materia grigia, l’insula sarebbe riuscita a tirare avanti così a lungo.

Ma a prescindere da ogni considerazione sulle cause (congenite o acquisite) della disumanità del premier britannico – che rimettiamo alle prudenti valutazioni dei lettori – sono in molti a credere che il neonato governo non avrà vita lunga, anche per via dei tagli ai benefit per i governi neonati.

Alcuni, quindi, ipotizzano già un futuro governo guidato da Ariana Grande (che vedrebbe impegnati anche Justin Bieber all’infanzia e Liam Gallagher alla famiglia) o, più ragionevolmente, da Paolo Gentiloni. Sembrerebbe, infatti, che durante un colloquio telefonico tra Theresa May e Matteo Renzi, nel quale i due strateghi politici si scambiavano brillanti idee per perdere rapidamente consenso, il segretario del PD abbia manifestato la sua disponibilità a cedere il Presidente del Consiglio con un contratto part-time (“Paolo fa tutto quello che gli dici, è affidabile e non sporca”). Entrambe le ipotesi rischiano però di naufragare a causa di una recente pronuncia del neoistituito T.A.R. Londra che ha dichiarato l’illegittimità dell’attribuzione dell’incarico di direttore di governo a premier stranieri.

Il futuro politico del Regno Unito continua dunque ad essere solcato da nubi, nonostante i consistenti tagli al vapore acqueo.

Ad ogni modo, il primo ministro si è impegnata solennemente a seguire un ambizioso programma: “Se i tagli alla sicurezza non sono riusciti a fermare il terrorismo e i tagli all’edilizia pubblica non sono riusciti a fermare gli incendi, sono disposta a tagli ancora più significativi fino a quando non sarò riuscita a smantellare ogni granello di civiltà che poggia su questa splendida isola: se qualcuno deve distruggere questo Paese, dobbiamo essere noi. Possiamo farlo e lo faremo senza l’aiuto di nessuno”.

Francesco Conte