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Regno Unito, Boris Johnson a Putin: “Sbagliato bombardare altri Paesi, meglio colonizzarli”

Foto Credits: Number 10Press service of the Government of Russia

Londra, marzo 2022: ieri, il Primo Ministro Boris Johnson dalla sua residenza al Numero 10 di Downing Street, ha indirizzato le criticità del conflitto ucraino in una Zoom call a petto nudo con il Presidente Russo Vladimir Putin.

Il PM Britannico, in un discorso che riprende alla lettera le memorabili parole di Winston Churchill a Westminster nel 1934, si è rivolto a Putin intimandogli di smettere di “fare la fighetta” e di “cambiare strategia nell’affrontare la questione Ucraina” per poi passare a ridicolizzate le dimensioni del suo pene.

Johnson ha poi segnalato a Putin come la tattica migliore nel tentativo di conquistare altri Paesi, “per esperienza”, non fosse quella di invaderli ma bensì di colonizzarli attuando “accordi economici assolutamente sfavorevoli nei loro confronti dominando così il commercio mondiale”.

Putin ha negato ogni insinuazione, insistendo che si trattasse di “propaganda Occidentale” e asserendo che il suo pene fosse “così grande che se venisse ritratto, cadrebbe dal muro” e che quando il leader russo si fa la doccia, “non mi si bagnano i piedi”.

Per quanto riguarda i consigli strategici relativi al conflitto, l’ex funzionario del KGB ha ribattuto che la Russia si “sciacqua le palle” con i prodotti occidentali e che una quotidianità a base di vodka e patate e una riserva infinita di tute tarocche della Adidas fosse “tutto ciò che basta al nostro Paese per essere indipendente dalla cultura e dal commercio Occidentale”.

Una volta conclusa la chiamata, fonti anonime dall’interno di 10 Downing Street sostengono che Johnson abbia ricevuto un messaggio da Putin in chat: “cyka blyat”.

L’ennesimo fallito tentativo di allentamento della tensione arriva a soli due mesi da un altro incontro – dal vivo – tra Johnson e Putin.

Durante l’incontro, dei testimoni oculari hanno riferito come la tensione sessuale tra i due fosse “assolutamente palpabile”.


Ilena Ilardo